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Venerdì 29 marzo ore 18.30 presso l’ex Ospedale San Rocco di Matera, in piazza San Giovanni, Andrea Bassi, caposervizio del “Messaggero”, aprirà il ciclo di conferenze sul futuro del Mezzogiorno dal titolo “Autonomia differenziata e unità del Paese”, a cura del Circolo La Scaletta, con il patrocinio del Comune di Matera.

L’iniziativa, che si avvale del contributo di studiosi e professionisti, è finalizzata al rilancio del Mezzogiorno nel contesto nazionale e internazionale, a partire da Matera, Capitale europea della cultura 2019. Le conferenze in programma affronteranno la “questione meridionale” in chiave contemporanea, a partire dal tema del “regionalismo differenziato”, che si è imposto al centro del dibattito nazionale a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, per ottenere il riconoscimento di maggiori forme di autonomia. Richieste avanzate successivamente anche da altre regioni.

Nella prima conferenza dal titolo “Le trappole delle intese” il giornalista Andrea Bassi, che nell'ultimo anno ha svelato i testi degli accordi del Governo sull’autonomia delle regioni del Nord, rendendo pubbliche le riservatissime bozze, analizzerà tali accordi, spiegando quali potrebbero essere le ricadute a livello nazionale, in particolare per il Mezzogiorno.

All’incontro, organizzato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, interverranno Francesco Vizziello, presidente del Circolo La Scaletta e Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera, con il coordinamento di Antonio Nicoletti, Circolo La Scaletta.

Le prossime conferenze, che si svolgeranno nel periodo tra aprile e giugno, avranno come relatori: Gianfranco Viesti, autore del saggio “Verso la secessione dei ricchi? Autonomie regionali e autonomia nazionale, Editori Laterza , Adriano Giannola, presidente Svimez e autore del testo “Sud d’Italia. Una risorsa per la ripresa”, Salerno ed. Roma”, Marco Esposito, giornalista del “Mattino” e autore del libro “Zero al Sud. La storia incredibile (e vera) dell’attuazione perversa del federalismo fiscale” ed. Rubbettino e lo storico Guido Pescosolido.

Ufficio stampa Circolo La Scaletta

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Oggetto: Autonomie Regionali differenziate

Pur con differenti, ma solo apparenti, impostazioni continua il confronto tra le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna con il Governo nazionale per dare seguito al referendum promosso dalle Regioni Lombardia e Veneto e dalla delibera di Consiglio della Regione Emilia Romagna finalizzati a chiedere nuove forme e condizioni particolari di autonomia regionale. Nonostante le frenate che sembra voglia imporre una parte politica della maggioranza di Governo, la preoccupazione è diffusa e si sono registrate molte e ferme posizioni da parte di altre Regioni e Comuni d’Italia. Posizioni anch’esse difformi, spesso provocatorie, perché provocatorie sembrano essere le pretese delle tre Regioni del Nord ed in spregio, anche, a quelli che sono i principi costituzionali della Repubblica Italiana.

Occorre innanzitutto evidenziare che uno dei due referendum promossi dalle due citate Regioni non raggiunse il quorum di votanti richiesto ma, nonostante ciò, i rappresentanti parlamentari di quei territori sono riusciti sia nelle commissioni parlamentari competenti che con atti del Consiglio dei Ministri, degli ultimi due Governi, a predisporre una proposta di legge che si vorrebbe sottoporre alla discussione e votazione nei due rami del Parlamento.

Come accennato altre Regioni e Comuni hanno espresso la loro contrarietà ovvero la loro diversa posizione su questa proposta di legge. Non risulta che la nostra Regione si sia espressa in merito - ad eccezione di un atto di indirizzo prodotto, pare, nel 2018 - alla luce della recente accelerazione che si è registrata su questa vicenda. Forse se ne possono comprendere le ragioni atteso che da un po' di mesi la Regione non ha un Presidente, ma un Presidente reggente e che il prossimo 24 marzo si va al rinnovo del Consiglio Regionale.

È inutile dire che il Circolo La Scaletta, per il tramite del suo Consiglio Direttivo, intravede motivi di forte preoccupazione per le decisioni che sembrano maturare in questo confronto tra le tre Regioni ed il Governo. Sicuramente fa velo il forte, deciso e decisivo ruolo governativo che ha il partito della Lega che già nel 2009, con il governo Berlusconi, fece approvare la famosa "legge Calderoli” sulla Devolution, anche se è passata nell’immaginario collettivo come legge sul federalismo fiscale. Oggi è quest’ultimo che si tenta di approvare con una serie di ulteriori devoluzioni che riguardano sanità, istruzione, infrastrutture, beni culturali e politiche del lavoro. Si tenta di andare verso uno Stato federalista. Molti autorevoli studiosi affermano che il federalismo ha ragione di esistere quando si è in presenza di organismi già autonomi (le Regioni ad esempio) che vogliono federarsi, e non, come nel caso italiano, di enti che appartengono a un Paese unitario (ad  eccezione di sole cinque Regioni che sono a statuto speciale) e che hanno livelli di sviluppo evidentemente non equilibrati. La questione meridionale non si è mai risolta anzi, senza alcuna remora, si può affermare che i ritardi in termini di sviluppo, rispetto al Centro-Nord, si sono ulteriormente aggravati. Esiste, ed aumenta esponenzialmente al Sud, l’emigrazione degli intelletti come anche quella sanitaria e per l’istruzione. Si registrano sempre meno trasferimenti di risorse per le infrastrutture ed i beni culturali. Ironia poi, in questa regione non si è riusciti nemmeno ad ottenere adeguate compensazioni, che hanno ottenuto tutte le altre regioni, per lo sfruttamento delle risorse del territorio (acqua, petrolio, gas).

Per tutto ciò, il Circolo de La Scaletta - da sempre attento e sensibile alla questione meridionale e sulla quale ha in programma, a breve, una serie di studi, incontri ed approfondimenti - lancia un forte appello ai candidati Governatori e a tutte le forze politiche che si cimenteranno nelle prossime elezioni regionali, affinché prendano a cuore il problema e facciano conoscere, ancor prima del prossimo 24 marzo, il loro punto di vista e quali atti e provvedimenti intendono mettere in campo, una volta eletti, per contrastare o modificare questo disegno perverso che condannerebbe la Regione Basilicata, e l’intero Meridione, all’oblio ed ad una diaspora che oggi vivono, drammaticamente, altri popoli. Crediamo che ciò sia dovuto al popolo lucano da tempo dolorosamente colpito dai tanti figli che hanno dovuto, e non voluto, allontanarsi da questa terra per tentare di costruirsi una vita dignitosa.

Il Presidente

Francesco Vizziello

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guerrieri squadrataMercoledì 20 dicembre 2017 alle 18.00 al Cinema Il Piccolo di Matera, in Via XX Settembre 14, si terrà l’anteprima nazionale del film documentario “Guerrieri” di Fabio Segatori, dedicato alla straordinaria figura di Gerardo Guerrieri (1920-1986), uno dei più grandi intellettuali del teatro italiano e internazionale, di origine materana.


Regista e drammaturgo, Guerrieri è stato il cosceneggiatore di grandi capolavori del cinema italiano come "Ladri di bicicletta" e "Sciuscià" di Vittorio De Sica. Collaboratore di Luchino Visconti e Michelangelo Antonioni, negli anni '50, insieme a sua moglie Anne D'Arbeloff, fondò il Teatro Club, che ha rivoluzionato il teatro italiano.

Attraverso il racconto dell’incredibile parabola dell’intellettuale materano, “Guerrieri” s’interroga sul ruolo dello spettacolo nella società attuale. Il documentario, lontano dalla visione museale della cultura, vuole interagire con l’oggi, esattamente come faceva Guerrieri con i suoi tempi. In un momento di teatri abbandonati o trasformati in sale Bingo, di culto del red carpet, di supereroi e “cosplay”, il documentario cerca di contaminare il presente con la febbrile curiosità e la passione per la cultura di Gerardo Guerrieri.

Dopo anni di preparazione e ricerche, le riprese del documentario si sono svolte a Matera, Montalbano Jonico, Policoro, Metaponto, Roma e Milano. Il montaggio delle oltre 70 ore di materiale ha richiesto sei mesi, con l’impiego dei più complessi processi di rielaborazione digitale dell’immagine.

Guerrieri” di Fabio Segatori ha inoltre ottenuto il patrocinio dell’Università di Roma “La Sapienza” e la collaborazione di Rai Teche, che ha fornito rari materiali di repertorio, recuperati e restaurati per la prima volta in occasione del film, assieme a dei filmati familiari inediti girati in 8, super 8 e 16 mm realizzati tra gli anni ‘50 e ‘80.

Tra gli intervistati vi sono: Piera Degli Esposti, Umberto Orsini, Mariano Rigillo, Vinicio Marchioni, Judith Malina (del Living Theatre), Laurent Terzieff, Hellen Stewart, Bob Wilson e Antoine Vitez, il decano degli studiosi di storia del Teatro in Italia, Ferruccio Marotti e tanti altri studiosi, tra i quali Rocco Brancati, che approfondisce il rapporto tra Guerrieri e la Basilicata.

Il documentario è prodotto dalla Fabrique Entertainment di Joe Capalbo, attore e produttore lucano, sempre attento a valorizzare le eccellenze culturali e artistiche della sua terra, e dalla Baby Films, in collaborazione con Regione Basilicata, Comune di Matera e Circolo Culturale “La Scaletta”, con la partnership della Lucana Film Commission.

Alla proiezione seguirà un dibattito con la partecipazione di: Fabio Segatori regista, della vedova Guerrieri, Anne D’Arbeloff, cofondatrice del Teatro Club, Selene Guerrieri, figlia e curatrice di due volumi che raccolgono scritti di e sul padre, Joe Capalbo, attore e produttore, Patrizia Minardi, dirigente Ufficio Sistemi Culturali e Turistici della Regione Basilicata, Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera, Ivan Focaccia, Circolo Culturale “La Scaletta” e Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission.

Ingresso libero

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