freccia arancio

 

"Ogni cosa porta per sempre in sé l’impronta di ciò che è stato prima"

 

La città futura

Un progetto attraverso il tempo

   

Che cos’è per me la città ?
È viaggio, avventura, scoperta, tentativo di decifrare il mio mondo.
È la cattura e il possesso di frammenti preziosi ed unici di quel mondo.
È lottare per conquistare non la perfezione, ma l'accettazione del mio diritto di vivere in termini umani, imperfetti, in una città che è la mia!

Termogenesi senza brivido

Potremmo elaborare il concetto di leggerezza ispirandoci al De rerum natura di Lucrezio, a Calvino con Lezioni Americane, a Valéry con Choses tues, a Marc Chagall, Eraclito e Maria Zambrano, e spiegare ciò che per noi significa questo stato d’animo.

Cos’è la leggerezza?
La parola leggerezza ha diverse sfumature di significato infatti in senso figurato è “qualcosa senza peso, assenza di presenza”, mentre in senso letterale indica qualcosa con un peso fisico limitato.
Se provassimo a racchiudere il concetto di leggerezza in una forma delineata, noteremmo che è leggero tutto ciò che è piccolo: un uccello che vola, una bolla di sapone, una piuma, un pezzo di torta, una risata, un sassolino, un libro.
La verità è che la leggerezza non ha una forma, anzi, rappresenta essa stessa l’accettazione del caos. Inganna le persone e somiglia alla superficialità, ma nella sua vera essenza si possono cogliere determinazione, sicurezza, curiosità, coraggio.

Quindi cos’è veramente la leggerezza?
Immaginate di essere al mare. Una bella giornata. Camminate sul bordo di una scogliera e vi affacciate a guardare il mare e le onde che accarezzano la roccia. Non si vede il fondale, come se il mare non avesse dimensione, solo il colore intenso dell’acqua. Dove preferireste essere, sulla scogliera o sul fondo?
Leggerezza è scegliere la scogliera, scegliere di stare in alto, senza negare l’esistenza di un fondo, di un’ombra; è accettare la loro coesistenza in quanto esisteranno sempre giorno e notte. Per poter camminare sulla scogliera, però, serve pratica.

L’uomo di oggi è assorbito dalla frenesia, perso nel vortice di un tempo sempre agli sgoccioli, incatenato alle lamentele e alla negatività, raggomitolato nei suoi problemi. 

Tra un respiro del tempo e il ticchettio delle lancette ci siamo arrotolati in una comoda coperta di cattive emozioni e, anche se è il momento di svegliarsi, non vogliamo alzarci.
Dobbiamo, allora, prendere esempio da Calvino, che rivede in Perseo l’emblema della leggerezza e scrive: «In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa. L’unico eroe capace di tagliare la testa della Medusa è Perseo, che vola coi sandali alati, Perseo che non rivolge il suo sguardo sul volto della Gorgone ma solo sulla sua immagine riflessa nello scudo di bronzo [...] Per tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare, Perseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivelarsi solo in una visione indiretta, in un’immagine catturata da uno specchio. Subito sento la tentazione di trovare in questo mito un’allegoria del rapporto del poeta col mondo, una lezione di metodo da seguire scrivendo [...] È sempre in un rifiuto della visione diretta che sta la forza di Perseo, ma non in un rifiuto della realtà del mondo di mostri in cui gli è toccato di vivere, una realtà che egli porta con sé, che assume come proprio fardello».

Come Perseo quindi dobbiamo imparare a convivere con i fardelli della vita, anzi dobbiamo riscoprire la nostra realtà come un viaggio, che è già in sé un modo per estraniarsi dai problemi, rilassarci, vedere le cose da un altro punto di vista, introdurre variazioni: la nuova armonia potrebbe offrirci la soluzione.
Sciogliamoci nelle acque di un torrente di montagna, siamo parte del flusso, come quell’acqua scorreremo in un punto solo una volta, tutto è un divenire quindi tutto è transitorio.
Dobbiamo avere la consapevolezza della fluidità, la vita è un viaggio verso l’essenziale, perciò dimentichiamoci del superfluo.

Più di un anno fa l’Italia si è chiusa come un riccio, attaccata da un nemico che non potevamo ancora combattere con sicurezza. Abbiamo sfoderato gli aculei: la nostra corazza sarà abbastanza dura da proteggerci?
Adesso più che mai aspiriamo alla leggerezza e facciamo di essa il nostro cavallo di battaglia, il manico del coltello della vita. Illuminiamoci ogni giorno della luce del sole così come approfittavamo di quel tempo dilatato in un orologio senza lancette, per riscoprire le ore tramontate.
Facciamo delle nostre passioni il trampolino per il futuro.

 Affrontiamo con il giusto peso le nostre esperienze? 

In passato mi è capitato spesso di considerare importanti cose che in realtà non lo sono, perché tra importanza e necessità c’è una differenza.
Da ora in poi scriverò nei miei promemoria di essere leggera, di sentirmi tale, di ridere e divertirmi. Sarò parte della corrente del fiume e affronterò ogni masso che mi ostacolerà con armonia, così quando ne incontrerò un altro sarò preparata, perché tutto è esperienza.
Adesso ho capito che le stelle non hanno peso, se io decido che sono fatte di etere: la soluzione sono io.

Termogenesi senza brivido.

 

Alice Santantonio 

(classe VD-Multimediale, Liceo Artistico “I.I.S. Duni-Levi”, Matera)

 

 

leggerezza

 Leggerezza 2021, Ph. Alice Santantonio

 

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