freccia arancio

 

"Troveremo sempre risposte parziali che ci lasceranno insoddisfatti
e allora continueremo a cercare
"

 

Editoriale

 

L'eterno è l’archetipo del tutto

Nascosta in una pergamena medievale del Monastero di S.Caterina in Egitto, è stata ritrovata la più antica mappa del cielo conosciuta, datata intorno al 129 a.C. E’ la mappa di Ipparco di Nicea[1](creduta persa per sempre) considerato il più grande astronomo della Grecia classica. Ipparco compilò un catalogo delle stelle, secoli prima degli altri tentativi tuttora noti, fissando così un momento cruciale nella nascita della scienza: il passaggio dalla semplice descrizione di ciò che gli astronomi osservavano nei cieli, alla misurazione e previsione dei fenomeni.
Come il firmamento, anche il cuore ha le sue meteore, le sue comete e i suoi fulmini.

In
ogni speranza germoglia una stella che si muove irraggiungibile dinnanzi a noi

Un poeta, disobbedendo alle norme grammaticali, crea costellazioni. Cerca di dare alla sua parola un equilibrio nuovo che sfidi le leggi del tempo, e nel verso, perché esso sopravviva, di infondere qualcosa che abbia il colore stesso dell’instabile, qualcosa della natura di una impalpabile rivoluzione.
Diversamente dal linguaggio ordinario che è molto più razionale, la poesia è capace di esprimersi attraverso intuizioni altre e alternative. L’immagine è tra di esse la più potente, tanto suggestiva, quanto sottile ed espansiva.
Allo stesso modo in cui l’immagine è al contempo fotografia (oggetto fisico) e immagine mentale (metafora), la parola lingua indica sia l’idioma che l’organo muscolare che ci permette di esprimerci.
Al centro di ogni cosa, vi è la parola. Parola come regola del mondo, come mezzo per il contatto ed espressione di varietà, diversità e legame. Parola che, è prima di tutto atto politico, se politica è da intendersi la cura di sé e di ciò che ci circonda.
Nella filosofia aristotelica il sinolo è la sintesi di forma e materia che costituisce la sostanza individuale concreta.
"Intendo indicare, per esempio, come materia il bronzo, come forma la figura rappresentata, come composto di entrambe la statua cioè il sinolo" (Metafisica, VII, 3, 1029a, 1-5).
Il compito reale della poesia è dare forme alle cose, che diventano proprio nella forma che ne dice la verità, reali per noi. Ed è nella loro caducità che le cose attendono da noi ciò che le salva. Attendono una redenzione da una sorta di opaca inesistenza. Attendono di diventare finalmente reali.
Il gesto originario del pensiero consiste nel tentare (ogni volta fallendo…) di comprendere la natura delle immagini, attraverso cui la mente si rappresenta o ri-presenta il mondo.
Nella Grecia dei primi filosofi, fantasia era il nome di questa facoltà, da cui l’immagine è concepita come raffigurazione mentale della cosa che, apparendo, s’imprime nell’anima di chi vede.
Non è un caso che nel greco di Platone e Aristotele, parole come phantasia e phantasma siano ambiguamente legate alla stessa idea del visibile, di ciò che appare ‘in luce’ (phaos). Idea che, dopo Epicuro, viene traghettata nel mondo latino da Lucrezio, che dedica il libro IV del De rerum natura ai ‘simulacri’ (le immagini copie da cui la mente è invasa) e all’amore che, attraverso di essi, spinge alla conoscenza del reale.
La poesia dunque, afferma con forza e legittimamente, la sua dimensione civile e affronta e combatte il tentativo di annientare l’armonia del mondo, di cui è responsabile in gran parte, il potere con le sue strutture e sovrastrutture, a causa della sua distopica e informe visione del reale, volontariamente portata a mistificare quella del futuro.
Cadenza naturale delle emozioni e forza trainante delle nostre espressioni, la poesia rivelandosi in questa densità (tra spirito e reale ) di carne e potenza di sentire, è il tentativo di amare e tenere tutto insieme: la polvere della terra, le infinite galassie, il nome di Dio. E’ verticalità della lingua, laddove la prosa è orizzontalità. Traducendo poesia noi impariamo di nuovo, ci misuriamo secondo i nostri limiti, con quella essenzialità della parola, ritroviamo il sentimento della verticalità.
Ma nel nostro tempo non esiste un pensiero che non sia interrogativo.
Il pensiero moderno è anzitutto un recinto di domande e l'ossessione per il presente compromette la ricerca di equilibrio e armonia. ll passato nelle sue grandi linee continua a essere connesso con noi, in relazione con noi, benché il futuro, soprattutto ora che è il più audace e intrepido, tenta di rompere con le tradizioni più profonde, procedendo al di là di esse, ma non per negazione. La vita trasforma tutto, non c’è nulla che resista alla sua implacabile volontà. Tutto il male del mondo non è il disordine delle cose, ma il contrario: è l’opprimente ordine che le cose assumono e attraverso cui le cose si dispiegano e sono viste.

Il nostro cuore è un paese straniero della cui lingua nessuno è pratico.

I quasar[2](corpi celesti super energetici che si trovano al centro di una galassia, alimentati da buchi neri supermassicci) sono gli oggetti più luminosi del nostro cielo, oltre che i più lontani a noi visibili. Una sorta di lampadine sempre accese che ci aiutano a definire i confini dello spazio e del tempo del nostro Universo.
Allo stesso modo del cuore (un muscolo con quattro valvole che pulsa 101.000 volte al giorno e pompa quattro litri e mezzo di sangue nel nostro corpo) che definisce i confini del nostro immaginario.
Il nostro cuore che pulsa come la luce più intensa.

 

Edoardo Delle Donne

 

[1] "Di Nicea IPPARCO - Associazione AstronomiAmo." https://www.astronomiamo.it/DivulgazioneAstronomica/Scheda-Biografia/Di%20Nicea/IPPARCO.

[2] quasi stellar radio source (sorgente radio quasi stellare)      

 

 

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