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A Matera i migliori scatti del fotogiornalismo mondiale con World Press Photo 2019
Dal 15 giugno al 14 luglio 2019 arriva nella Capitale europea della cultura 2019 la mostra dei vincitori del World Press Photo 2019, il prestigioso concorso fotogiornalistico che dal 1955 premia le migliori fotografie che hanno raccontato le notizie dell’anno precedente.
L’esposizione, presentata in anteprima alla stampa questa mattina, è allestita presso gli Ipogei Motta, gradinata via San Bartolomeo 46, (nei pressi di via Ridola), luoghi ricchi di storia e tradizione, anticamente utilizzati come cantine del sovrastante palazzo De Miccolis, poi diventato Zagarella, oggi di proprietà della famiglia Motta.
L’iniziativa è organizzato da Photolux festival, Biennale internazionale di fotografia di Lucca, e dal Circolo La Scaletta di Matera, in collaborazione con 10b Photography e CIME, con il patrocinio di Regione Basilicata, Provincia e Comune di Matera.
“Con la mostra internazionale dei vincitori del World Press Photo 2019 il Circolo La Scaletta dà il via a una serie d’iniziative culturali di grande rilievo- ha dichiarato il presidente del sodalizio, Francesco Vizziello- che organizzeremo nei prossimi mesi in questi luoghi unici, che la famiglia Motta ha deciso di affidarci per destinarli alla cultura, evitando così di trasformarli in un ennesimo ristorante”. “L’accordo con La Scaletta ci ha permesso di sciogliere ogni riserva sulla destinazione di questi luoghi – ha aggiunto Michele Motta, proprietario degli Ipogei - che, con un atto d’amore, vogliamo consegnare alla città di Matera, attraverso le mani della Scaletta, da sempre sinonimo di qualità”.
“E’ favoloso essere qua- ha commentato Caroline Lapidaire , Exhibitions Manager and Curator, World Press Photo Foundation - viviamo in una società sempre molto occupata e la mostra ci offre degli spunti per fermarci a riflettere su quello che avviene nel mondo, proponendo storie drammatiche, di speranza e di amore che arrivano da tanti paesi diversi”.
All’incontro con la stampa, coordinato dalla giornalista Milena Manicone, sono intervenuti Patrizia Minardi, dirigente Uffici Sistemi culturali e turistici Regione Basilicata, Enrico Stefanelli, direttore Photolux festival, Vito Cramarosa, Cime (Bari) e il fotografo Francesco Zizola.
L’importante premio di fotogiornalismo, alla sua 62a edizione, ha visto quest’anno la partecipazione di 4.783 fotografi da 129 Paesi diversi che hanno presentato un totale di 78.801 immagini. Una giuria indipendente composta da esperti del settore e presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione Esperienze Visive ed Immersive presso National Geographic, ha selezionato 43 candidati provenienti da 25 differenti nazioni: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria,Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna,Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela.
Tra le 157 fotografie in mostra anche Crying girl on the border del fotografo americano John Moore, che è stata l’immagine vincitrice del World Press Photo of the Year 2019 (Foto dell’anno 2018). Lo scatto, premiato nella categoria Spot News, immortala una bambina honduregna di due anni che piange mentre sua madre viene perquisita da un’agente alla frontiera tra Messico e Stati Uniti.
Tante le iniziative collaterali in programma al Circolo La Scaletta durante il World Press Photo 2019, sabato 15 giugno alle 18 si terrà il talk, a ingresso libero, su fotografia e diritto d’autore, accreditato dall’ Ordine dei giornalisti della Basilicata, con l’avvocato e scrittore Fabio Macaluso e il fotografo Francesco Zizola. Domenica 16 giugno alle 18 è in programma la presentazione e proiezione dei vincitori del Prix Pictet con Giambattista Chiarelli.
Orari mostra
Tutti i giorni 10-13 e 17-22
Biglietti intero 7 euro e ridotto 6 euro
Maggiori informazioni su www.photoluxfestival.it
Ufficio stampa Circolo La Scaletta
- Johon Moore Getty Images Online Johon Moore Getty Images Online
- Diana Markosian Magnum Photo Diana Markosian Magnum Photo
- Wordpress Ipogei Motta, foto 1 Wordpress Ipogei Motta, foto 1
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- Wordpress Ipogei Motta, Presentazione Wordpress Ipogei Motta, Presentazione
- Wordpress Ipogei Motta, Presentazione Wordpress Ipogei Motta, Presentazione
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- Wordpress Ipogei Motta, Presentazione Wordpress Ipogei Motta, Presentazione
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A Matera il World Press Photo 2019
Dal 15 giugno al 14 luglio 2019 Photolux, Biennale internazionale di fotografia di Lucca, e il Circolo La Scaletta di Matera presentano, in collaborazione con 10b Photography (Roma) e l’associazione Cime (Bari), la mostra dei vincitori del “World Press Photo 2019”, il più importante premio internazionale di fotogiornalismo, che ogni anno premia le migliori fotografie che hanno contribuito a raccontare gli eventi e le notizie dell'anno precedente.
“Essere chiamati dal Circolo La Scaletta ad animare le attività della Capitale europea della cultura è per noi un grande onore e una bella responsabilità - ha dichiarato il direttore di Photolux Enrico Stefanelli - siamo molto felici per questa nuova opportunità che ci viene proposta, un riconoscimento molto prestigioso del nostro lavoro ed un’occasione unica anche per promuovere Lucca, proprio nell’anno della nostra biennale”.
Numerose le iniziative collaterali in programma a Matera durante il World Press Photo 2019. Quattro workshop, con esperti italiani e internazionali: Francesco Zizola, vincitore di 10 World Press Photo (15 e 16 giugno); Andrea Boccalini, con un focus sul ritratto e il ritratto ambientato (6 e 7 luglio); Sanne de Wilde, vincitrice del World Press Photo 2019 nella categoria Portraits, Stories e Gabriele Croppi, con un focus sul paesaggio (13 e 14 luglio). Nei fine settimana anche alcuni talk di approfondimento a ingresso libero: il 15 giugno in programma la presentazione e proiezione dei vincitori del Prix Pictet e un incontro con Francesco Zizola e Emiliano Macaluso per discutere di diritto d’autore; il 13 luglio Piergiorgio Branzi ripercorre in conversazione con Enrico Stefanelli la sua lunga carriera e infine il 14 luglio Nicola Tanzini presenta il suo ultimo libro “Tokyo Tsukiji”.
Ulteriori info su: www.photoluxfestival.it
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Tra i Sassi, patrimonio dell’Unesco, i migliori scatti del fotogiornalismo mondiale
Vite negate, angoli di mondo dimenticati, sofferenze offuscate dalle belle e rassicuranti immagini che riempiono i social e le pubblicità. Sono queste verità, scomode e ignorate, catturate in luoghi diversi e lontani della nostra terra, immortalate in istanti che inchiodano, assieme agli eventi più importanti che accadono nel mondo, le protagoniste del World Press Photo, il prestigioso premio fotogiornalistico che dal 1955 premia le migliori fotografie che raccontano le notizie dell’anno precedente.
La mostra dei vincitori dell’edizione 2019, dal 15 giugno al 14 luglio 2019, approda tra i Sassi di Matera, nuova tappa al Sud Italia, dopo Bari, Milano e Roma. L’ esposizione sarà allestita presso gli Ipogei Motta, gradinata via San Bartolomeo, 46 a pochi metri dalla centrale via D. Ridola. Luoghi ricchi di storia e tradizione, interamente scavati nella calcarenite, anticamente utilizzati come cantine (con macine e palmenti) del sovrastante Palazzo De Miccolis, oggi di proprietà della famiglia Motta, faranno da sfondo a scatti che raccontano la stretta attualità. Un incontro straordinario tra una città millenaria, che conserva la sua unicità di patrimonio mondiale dell’Umanità e lo spaccato di altre realtà, raccontate senza filtri.
L’evento per la rassegna lucana, in occasione di Matera Capitale Europea della cultura 2019, è organizzato da Photolux, Biennale internazionale di fotografia di Lucca, Circolo La Scaletta di Matera, 10b Photography e CIME.
Il concorso, alla sua 62a edizione, ha visto quest’anno la partecipazione di 4.783 fotografi da 129 Paesi diversi che hanno presentato un totale di 78.801 immagini. Una giuria indipendente composta da esperti del settore e presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione Esperienze Visive ed Immersive presso National Geographic, ha selezionato 43 candidati provenienti da 25 differenti nazioni: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria, Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna,Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela. Tra questi vi sono 14 donne (32%), dato che rappresenta un significativo aumento rispetto al Photo Contest del 2018, che aveva il 12% di presenze femminili.
I premi sono suddivisi in otto categorie distinte in “scatti singoli” e “storie”: Attualità (Contemporary Issues), Ambiente (Environment), Notizie Generali (General News), Progetti a Lungo Termine (Long-Term Projects), Natura (Nature), Ritratti (Portraits), Sport, Spot News. I vincitori sono stati annunciati ad Amsterdam l'11 aprile 2019.
Crying girl on the border del fotografo americano John Moore è stata l’immagine vincitrice del World Press Photo of the Year 2019 (Foto dell’anno 2018). Lo scatto premiato nella categoria Spot News, immortala una bambina honduregna di due anni che piange mentre sua madre viene perquisita da un’agente alla frontiera tra Messico e Stati Uniti.
Novità di quest’anno la World Press Photo Story of the Year, che premia il fotografo che ha saputo produrre la migliore storia fotogiornalistica dell’anno, scegliendo di raccontare un evento o una tematica di grande importanza giornalistica attraverso la migliore sequenza fotografica. Il Vincitore di questo primo nuovo riconoscimento è stato il fotografo Pieter Ten Hoopen con “The Migrant Caravan”, premiato nella categoria Spot News Stories con un lavoro sulla carovana dei migranti diretta dal Centro America negli Stati Uniti.
Tra i fotografi italiani, tre i premiati: Lorenzo Tugnoli con Yemen Crisis primo posto nella categoria General News, Stories, (tra i finalisti del World Press Photo Story of the Year), Marco Gualazzini con The Lake Chad Crisis, primo posto nella categoria Environment, Stories (tra i 6 finalisti candidati al World Press Photo of the Year, con la foto singola Almajiri Boy e tra i candidati al World Press Photo Story of the Year) e Daniele Volpe con Still Life Volcano, secondo premio nella categoria General News, Singole
Numerose le iniziative collaterali in programma a Matera durante il World Press Photo 2019, presso Palazzo Bronzini, storica sede del Circolo La Scaletta nei Sassi di Matera, in via Sette Dolori 10. Tre workshop, con esperti italiani e internazionali: Francesco Zizola, vincitore di 10 World Press Photo (15 e 16 giugno); Andrea Boccalini, con un focus sul ritratto e il ritratto ambientato (6 e 7 luglio) e Gabriele Croppi, con un focus sul paesaggio (13 e 14 luglio). Nei fine settimana anche alcuni talk di approfondimento a ingresso libero: il 15 giugno in programma un incontro con Francesco Zizola e Fabio Macaluso per discutere di diritto d’autore; il 16 giugno presentazione e proiezione dei vincitori del Prix Pictet, il 13 luglio Piergiorgio Branzi ripercorre in conversazione con Enrico Stefanelli la sua lunga carriera e infine il 14 luglio Nicola Tanzini presenta il suo ultimo libro “Tokyo Tsukiji”.
La World Press Photo Foundation è un’istituzione internazionale indipendente senza fini di lucro. Il World Press Photo gode del sostegno di Dutch Postcode Lottery
WORLD PRESS PHOTO 2019
Date: 15 Giugno – 14 Luglio, 2019
Location : IPOGEI MOTTA
indirizzo : Gradinata Via San Bartolomeo, 46 (Via Ridola)
orario : Tutti i giorni dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 22:00
Biglietti: intero:7€ ridotto:6€
*gruppi a partire da 10 persone paganti, studenti sotto i 25 e over 65 Ideata da: World Press Photo Foundation di Amsterdam
Organizzata da: Photolux, Biennale internazionale di fotografia di Lucca, dal Circolo La Scaletta, 10b Photography e CIME
Info su: www.photoluxfestival.it
Ufficio stampa Photolux
Chiara Ruberti
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Supporto ufficio stampa Photolux Festival
Marella Brunetto
Ufficio stampa Circolo La Scaletta Matera
Milena Manicone
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Guido Pescosolido chiude il ciclo di conferenze sul futuro del mezzogiorno
Sindaco De Ruggieri “Da Matera, Capitale europea della cultura un manifesto per dire no all’autonomia regionale
Si è concluso ieri sera con successo a Matera, presso la Camera di Commercio, il quarto e ultimo appuntamento del ciclo di conferenze sul futuro del Mezzogiorno “Autonomia regionale e unità del Paese” che ha avuto come relatore il Guido Pescosolido, ordinario di Storia Moderna nell’Università di Roma “La Sapienza”. Dopo i saluti di Francesco Vizziello, presidente del Circolo La Scaletta, che ha promosso il ciclo d’incontri con il patrocinio del Comune, lo storico, prendendo spunto dal suo ultimo libro “La questione meridionale in breve. Centocinquant’anni di storia” Donzelli editore, 2017, ha analizzato le origini e lo sviluppo di una questione antica e irrisolta, fino a giungere alla situazione attuale, contraddistinta dalle intese tra Governo e alcune regioni del Nord per ottenere maggiori forme di autonomia. "Un pericolo mortale per tutti - ha sottolineato Pescosolido- per il Sud e per il Nord". Una riforma che aumenterebbe il divario tra le due Italie, a scapito di tutti, come ha dimostrato ripercorrendo la storia del nostro Paese. “La classe dirigente nazionale post bellica, che aveva una visione larga, - ha spiegato Pescosolido- comprese che il rapporto squilibrato tra Nord e Sud, persistendo e aggravandosi avrebbe messo in discussione lo sviluppo nazionale e lo stesso sviluppo economico del Nord. Il problema del Mezzogiorno entrò nella Costituzione che, prima della riforma del titolo V che ha cancellato quel paragrafo, recava tra i suoi obiettivi fondamentali quello della risoluzione della questione meridionale. Finché il Mezzogiorno è stato al centro degli obiettivi di sviluppo nazionale - ha continuato il professore- abbiamo avuto anche il miracolo economico. Dagli anni ’70 quando il Sud è iniziato a uscire dall’agenda politica nazionale, si è inceppato lo sviluppo di tutto il Paese. Oggi l’Italia continua a non fare nulla per il Sud e nel contempo perde terreno”. Di stretta correlazione tra il divario interno al Paese e divario con gli atri Paesi europei ha parlato Giampaolo D’Andrea, assessore alla cultura del Comune di Matera. “Se guardate gli ultimi dati – ha messo in evidenza D’Andrea- e confrontate i ritmi di crescita degli altri Paesi europei rispetto all’Italia, vi renderete conto che è ripreso il divario esterno, in quanto Spagna, Francia e Germania recuperano a differenza del nostro Paese, nonostante la crisi dello stesso tipo ci sia stata per tutti e negli stessi anni. Tale situazione- ha proseguito l’assessore- è da attribuire a condizioni di produttività nazionale di sistema, collegate all’ ampliamento del divario tra Nord e Sud, alla sospensione dell’attività di modernizzazione e- ha aggiunto l’assessore- dalla mancanza di quell’energia civile che negli anni ’60 consentì di supportare lo sforzo del miracolo economico”.
“I diritti di cittadinanza legati al gettito fiscale rappresentano un dato d’immoralità politica e istituzionale – ha ribadito il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri- noi faremo delle battaglie costituzionali contro questa follia e arroganza, per difendere l’art. 117 della Costituzione. Dalla nostra città- ha continuato il Primo cittadino- deve partire un manifesto, un grido di scandalo per dire alla comunità nazionale che Matera, capitale europea della cultura, meridionale, non può tollerare questa aggressione istituzionale”.
Ufficio stampa Circolo ‘La Scaletta’
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La storia e il pensiero di Vincenzo Caropreso, in un incontro organizzato dal Circolo La Scaletta
“La nostra patria non è l’Italia, né l’Europa, né la Terra, né il Sistema solare: questo è un punto del Cielo e noi siamo cittadini del Cielo” con questa frase, che rappresenta il testamento spirituale di Vincenzo Caropreso, Maria Lucrezia Schiavone, sua discendente, ha concluso il suo appassionato intervento che ha delineato la figura dell’ illustre materano, a cui il Circolo La Scaletta ha dedicato un incontro che si è svolto a Matera lo scorso 8 maggio presso la Camera di Commercio, nell’ambito del ciclo d’incontri “Dove abiti? Le nostre strade..la nostra storia”. Una sala gremita e attenta ha avuto la possibilità di conoscere e approfondire la storia famigliare e la modernità del pensiero dell’insigne studioso, che dedicò all’astronomia tutta la sua vita. Caropreso nacque a Matera il 19 marzo 1881, figlio di Enrico Caropreso di Montemurro (PZ) e la materana Lucia Bronzini. Di famiglia molto agiata, trascorse un’infanzia difficile per la separazione dei genitori, chiesta con un atto di coraggio, per l’epoca, da sua madre, a causa del comportamento dissoluto del marito. La sua giovinezza fu segnata anche dalla precoce morte di sua sorella Angela e dello zio paterno, don Giuseppe, ucciso per mano del brigante Chitarrid, così dopo un momento difficile, decise di allontanarsi di Matera e trasferirsi in Francia, dove scoprì il suo amore per l’astronomia e diventò amico di importanti personalità, tra cui il celebre astronomo Camille Flammarion. Di ritorno a Matera continuò a dedicarsi agli studi scientifici e a proseguire le osservazioni del cielo dal suo villino di campagna, anche se per tutta la vita si sentirà un étranger, uno straniero, come amava definirsi. Oggi possiamo conoscere la sua storia, i suoi studi e il suo “libero pensiero”, avanti anni luce, grazie a lettere, scritti, documenti e i numerosi libri custoditi dalla cugina Carolina Bronzini, la bambina rimasta orfana di padre, il medico Raffaele Bronzini, che decise di adottare, dedicando alla sua educazione e istruzione il resto dei suoi giorni. Un patrimonio di conoscenza messo a disposizione della città, negli anni ’30 il telescopio di Caropreso fu donato al liceo classico da Carolina Bronzini, mentre i suoi figli, tra cui Maria Lucrezia Schiavone, nel 2002 hanno donato il vasto patrimonio librario dello studioso alla biblioteca di Matera, costituendo il “Fondo Vincenzo Caropreso”, ancora oggi consultabile.
Passato, presente e futuro dell'astronomia si sono intrecciati nel corso dell'iniziativa, introdotta dal presidente dello storico sodalizio materano, Francesco Vizziello, e arricchita anche dagli interventi di Andrea Staffieri, studente del liceo scientifico di Matera, vincitore delle Olimpiadi italiane di astronomia 2018, che ha descritto la sua esperienza, accompagnato dall'astronomo materano Francesco Vespe, che lo ha supportato nella competizione. Inoltre sono intervenuti, Vincenzo Duni, dirigente scolastico del liceo scientifico “D. Alighieri”, con Steve Shore, professore di astrofisica all'Università di Pisa, originario di New York, a Matera per realizzare un progetto che ha come finalità l’attività di promozione dei metodi scientifici. Un progetto che partirà dal liceo scientifico per estendersi a tutte le scuole del territorio.
Alla memoria di Caropreso è dedicata una strada, nei pressi del centro cittadino e un monumento funebre che si trova nel vecchio cimitero della città, realizzato dallo scultore Ercole Reduzzi per volontà della madre.
Infine la proiezione del video-racconto dedicato alla vita dell'insigne studioso materano, realizzato da Nino Vinciguerra, ha concluso l’iniziativa.
Ufficio stampa Circolo ‘La Scaletta’
- Foto 1 evento 1 Foto 1 evento 1
- Foto 2 evento Foto 2 evento
- La scaletta ricorda Caropreso La scaletta ricorda Caropreso
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Lectio Magistralis Di Massimo Cacciari A Matera
È stata un lungo viaggio attraverso i grandi miti dell’Europa la lectio magistralis del professor Massimo Cacciari, che si è svolta martedì pomeriggio presso il campus universitario di Matera. L’intervento del noto filosofo è stato preceduto dai saluti della Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole, e l’introduzione di Michele Salomone, amico di Cacciari, che ha promosso l’iniziativa con l’associazione Energheia, in collaborazione con il Circolo La Scaletta e l’Università della Basilicata e con il patrocinio del Comune di Matera.
Una lezione che ha appassionato e coinvolto il numeroso pubblico di tutte le età arrivato anche da fuori regione per ascoltare il professore emerito, che ha raggiunto la sede universitaria dopo essersi lasciato incantare dagli affreschi della Cripta del Peccato Originale, uno dei luoghi più straordinari della città, in compagnia di Raffaello De Ruggieri, sindaco di Matera, e scopritore della cripta, definita la Cappella Sistina del rupestre, e Francesco Vizziello, presidente del Circolo La Scaletta.
Cacciari è partito dalla definizione di mito, inteso come narrazione che costituisce la il fondamento di un ethos, la sede in cui uomini e donne di una certa tradizione, di certi costumi e lingue risiedono, per spiegare la differenza tra i miti dell’antica Grecia e romani, miti fondativi del carattere di un popolo, e i miti europei definiti come un “multiverso di narrazioni che si fraintendono le une con le altre, non giungendo mai a costituire il fondamento di un ethos”. Miti europei che ruotando intorno all’idea di viaggio, un viaggio inteso come nostalgia dell’andare, e non del ritorno come accadeva nei miti greci, dell’andare sempre oltre, verso un’utopia, una continua scoperta. Miti antietici ben rappresentati dal canto di Ulisse di Dante, dall’Amleto e dal Faust di Goethe, fino da giungere al Don Giovanni e alle figure dell’ironia e del disincanto rappresentate dal Don Chisciotte e l’Ulisse di Joyce.
Un’Europa definita dal filosofo inquieta e insana, un’inquietudine che ha condotto a sempre nuove scoperte e un’insania, ha concluso Cacciari, che in caso di guarigione ci condurrebbe alla morte come europei.
L’iniziativa è terminata con l’intervento del presidente del Circolo La Scaletta, Francesco Vizziello, che ha conferito al prof. Cacciari la tessera di socio onorario dello storico sodalizio materano.
Ufficio stampa Circolo ‘La Scaletta’
- Cacciari nella Cripta del peccato originale Cacciari nella Cripta del peccato originale
- Cacciari presso la Cripta del peccato originale Cacciari presso la Cripta del peccato originale
- Cacciari in visita a Matera Cacciari in visita a Matera
- Massimo Cacciari e Aurelia Sole Massimo Cacciari e Aurelia Sole
- Un momento della Lectio Magistralis Un momento della Lectio Magistralis
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A Matera le opere di Domenico Fratianni
S’inaugura sabato 22 giugno alle 18.30 al Circolo culturale La Scaletta, in via Sette Dolori 10, la mostra di pittura “Le voci di dentro” dell’artista molisano Domenico Fratianni che, fino al prossimo 10 luglio, espone nella storica sede dell’associazione materana una selezione di circa trenta opere, olio su tela, che ripercorrono vari periodi della sua vasta produzione artistica, fino a giungere ai dipinti degli ultimi anni.
L’esposizione, a cura del giornalista e critico d’arte Rino Cardone, è dedicata a illustri personaggi della cultura molisana e lucana, che hanno ispirato l’opera di Fratianni, innescando un dialogo interiore con l’artista da oltre cinquant’anni. Tra questi ricordiamo Giuseppe e Francesco Jovine, Giose Rimanelli, Carlo Levi, conosciuto dall’artista in Sardegna, Rocco Scotellaro e Albino Pierro, appartengono a loro “le voci di dentro” che danno il titolo alla personale e continuano a parlare a tutti noi.
Uno degli elementi caratterizzanti della pittura di Domenico Fratianni- ha scritto Rino Cardone nel testo critico che accompagna la mostra- è il paesaggio arcadico, idillico e ideale, entro il quale l'artista "muove" la sua narrazione visuale e la sua capacità di esplicitazione semantico-visiva. Doppio il paradigma estetico da lui adottato per il suo racconto ornato, fatto d'immagini che sono delle proiezioni della memoria e dei ricordi. Il suo primo rimando estetico è rivolto alla vita dei campi, intesa non come svolgimento lavorativo ma come dimensione emozionale, connaturata ad un preciso genere di espressione sociale”.
Pittore, incisore e disegnatore Fratianni ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Dal 2000 è il Direttore Artistico della Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea Città di Campobasso. Dal 1965 fino allo scorso anno è stato esponente dell’Associazione Incisori Veneti, con Giorgio Trentin Presidente. Ha ricoperto la carica di Vicesegretario degli Incisori d’Italia per le regioni Abruzzo e Molise nel triennio ‘66/’68. Con Carlo Carrà Presidente d’onore e Domenico Purificato Presidente.
All’inaugurazione,con l’artista, interverranno Michele De Ruggieri, socio fondatore del Circolo La Scaletta e il curatore Rino Cardone.
Testo critico di Rino Cardone
La pittura di Domenico Fratianni
È una pittura di forte impatto emotivo quella di Domenico Fratianni. Una pittura in cui la forma, la figura e il colore sono consustanziali tra loro nello svolgimento di una dinamica immaginifica, che si coagula intorno ad una dimensione fortemente espressiva ed espressionista. Uno degli elementi caratterizzanti di questa pittura è il paesaggio arcadico, idillico e ideale, entro il quale l'artista "muove" la sua narrazione visuale e la sua capacità di esplicitazione semantico-visiva. Doppio il paradigma estetico da lui adottato per il suo racconto ornato, fatto d'immagini che sono delle proiezioni della memoria e dei ricordi. Il suo primo rimando estetico è rivolto alla vita dei campi, intesa non come svolgimento lavorativo ma come dimensione emozionale, connaturata ad un preciso genere di espressione sociale. Qualcosa, vale a dire, che prende da dentro, a contatto diretto con la natura. E che nella pittura di Domenico Fratianni assume un carattere, a tratti, persino, arcaico ed ancestrale. È come se dal primitivo archetipo, che alligna in ognuno di noi, a livello inconscio, Domenico Fratianni riesca a sviluppare, nella sua arte, un processo semantico e morfologico in grado d'identificare e di dare voce allo stato, poveramente esistenziale e solitario, da cui è trafitto l'individuo contemporaneo. Viviamo, oggi, in un'Era dove tutto si sviluppa in maniera caotica e convulsa. Occorre, pertanto, recuperare un sentire emozionale che si traduca in qualcosa di più duraturo e permanente. Il passaggio dalle emozioni ai sentimenti costituisce, di fatto, un atto di elaborazione creativa. I sensi costituiscono, se vogliamo, la porta d'ingresso dei pensieri che trovano nella mente la loro camera di compensazione fantasiosa e fantastica. Domenico Fratianni conosce molto bene questi processi creativi. Li adotta da sempre, in una costruzione mitopoietica di una realtà immaginifica che appartiene al Principio della Parola (dal quale si generò il tutto) e del racconto (dal quale sorsero saghe e leggende). L'impianto prospettico, della pittura di Domenico Fratianni, costituisce un unicum con la trama stilistica delle sue figure. L'imperativo estetico e stilistico, di questo suo genere di pittura, è riconducibile ad una dimensione, nel contempo, georgica e bucolica: da cui trassero ispirazione estetica e sostanza formale - a metà Novecento - una serie di artisti d'impostazione neorealista. Alcuni tra loro - e tra questi Domenico Fratianni - aggiunsero, a questa loro visione fantastica, l'afflato sociale e l'istanza meridionalista, quale atto di resilienza e di riscatto sociale, a partire dalla cultura contadina. Tutto questo fa di Domenico Fratianni un artista in sintonia con il genius loci generato da una regione, da una terra, il suo Molise, che stende, oggi, le sue ali, con questa sua mostra che si tiene alla Scaletta di Matera, alla Capitale Europea della Cultura per il 2019. Un atto di reciprocità intellettuale che avrà, di sicuro, dei risvolti estremamente significativi sul doppio piano artistico e culturale, in termini di relazioni che si potranno consolidare, sviluppare e persino nascere tra gli artisti (e non solo) di queste due regioni, così tanto vicine tra loro.
Rino Cardone
Giornalista e critico d’arte
Orari mostra
Lun-dom 10-13; 17-20 Ingresso libero
Per informazioni
Circolo La Scaletta
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; 0835.336726
Ufficio stampa Circolo ‘La Scaletta’
- Accadimento 1991 Accadimento 1991
- Figura che cade dall'albero 2001 Figura che cade dall'albero 2001
- Locandina Locandina
- La barca clandes La barca clandes
- Interno Esterno con cesto di frutta e colombe Interno Esterno con cesto di frutta e colombe
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A Matera le opere di Gino Colapietro
Sabato 1 giugno alle 18 s’inaugura la mostra di pittura “L’occhio metafisico” di Gino Colapietro presso la Galleria Studio D’Imperio, in p.zza V. Veneto, 34. Nella Capitale europea della cultura 2019 l’artista pugliese espone una selezione di opere che s’ispirano a temi mitologici e letterari fino a giungere alla stretta attualità per esprimere il senso di precarietà della condizione umana e la superficialità dei nostri tempi, insieme ad una accentuata sensualità. “Il supplizio di Tantalo”, “Amleto ha in visione il padre”, “L’Italia devastata”, “Differenziata” e “Lotta ai poteri” (con Salvini e Di Maio) sono alcuni dei titoli in mostra fino al prossimo 30 giugno.
Fonte d’ispirazione per il Maestro anche la Città dei Sassi raffigurata nell’opera “L’ora metafisica di Matera”.
Il giornalista e scrittore Raffaele Nigro in un articolo dedicato alla produzione del Maestro ha evidenziato: “la resa pittorica di Colapietro non è soltanto l’iperrealismo ma una forza metafisica che si sprigiona dagli oggetti rappresentati. Intanto l’atmosfera che accoglie gli oggetti è di assoluto silenzio. E il silenzio favorisce o è favorito dal senso metafisico che riesce a creare nel perimetro del quadro”.
Gino Colapietro ha insegnato presso le Accademie di Belle Arti di Roma, Firenze, Foggia e infine Bari, dove attualmente è docente. Fin da bambino ha coltivato l’amore per la pittura, nel corso della sua carriera ha partecipato a numerosi concorsi di pittura nazionali e internazionali e a mostre personali e collettive in varie località italiane. Nel 2011, invitato da Vittorio Sgarbi, ha esposto alla 54^ Biennale di Venezia “Padiglione Italia”.
Le sue opere, in tecnica mista, figurano in pinacoteche regionali, provinciali, comunali e presso collezioni private e all’estero.
L’esposizione è organizzata dal Circolo La Scaletta e dalla Galleria Studio D’Imperio. All’inaugurazione, dopo i saluti del presidente del sodalizio materano, Francesco Vizziello, interverrà il giornalista Raffaele Nigro. Sarà presente l’artista.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni presso la Galleria Studio D’Imperio nei seguenti orari: 10-13 e 18-22
Ingresso libero
Ufficio stampa Circolo La Scaletta
- L'ora metafisica di Matera L'ora metafisica di Matera
- Autoritratto Autoritratto
- Il supplizio di Tantalo Il supplizio di Tantalo
- Invito Mostra di pittura Invito Mostra di pittura
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Al Circolo La Scaletta la mostra “LUCANIA. La mia terra, la mia gente”
S’inaugura venerdì 3 maggio alle 18.30 al Circolo ‘La Scaletta’ di Matera, via Sette Dolori 10, la mostra di pittura “LUCANIA. La mia terra, la mia gente” di Vito Cerabona. Il pittore, originario di Accettura, paese della provincia materana, rende omaggio alle proprie radici ispirandosi a paesaggi, tradizioni e volti familiari che hanno accompagnato la sua fanciullezza, prima di trasferirsi a Milano per studio e lavoro. Il progetto espositivo, nato dall’amore giovanile mai sopito per la pittura, è composto da circa trenta opere olio su tela, che attraversano i ricordi, rievocando luoghi dell’anima e mestieri di antica tradizione.
“Di fronte alla natura egli è come il viaggiatore di Friedrich – ha scritto nel testo che accompagna la mostra il critico Edoardo Delle Donne- ai suoi occhi, dietro i fenomeni, esiste qualcosa di invisibile che è, per così dire, l’essenziale. Con colori accesi, frontalità simboliche, forme basiche, accentuazione delle linee di contorno, una accennata modulazione chiaroscurale, il pittore lucano afferma le proprie velate malinconie, le pulsanti intermittenze del suo cuore.
La mostra, organizzata dal Circolo ‘La Scaletta’ con il patrocinio della Provincia e del Comune di Matera e del Comune di Accettura, potrà essere visitata tutti i giorni fino al 19 maggio 2019 nei seguenti orari: 10-13 e 17-20. Ingresso libero.
Ufficio stampa Circolo ‘La Scaletta’
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A Matera una mostra e un corso di bonsai e suiseki
Dal 16 al 19 maggio 2019 al Circolo La Scaletta, in via Sette Dolori 10, è in programma un corso gratuito di bonsai e suiseki, con la partecipazione di esperti del settore, che approfondiranno tecniche e segreti di questa antica arte giapponese.
Giovedì 16 maggio alle 11, dopo i saluti di Francesco Vizziello, presidente del Circolo La Scaletta, si terrà la presentazione del corso a cura di Gianni Picella e Vito Di Venere (Bonsai Club Puglia), a seguire sarà presentato il libro “La timidezza delle chiome” di Pietro Maroè (Rizzoli editore 2017). Venerdì 17 maggio alle 10 Vittorio Leone, docente dell’Università della Basilicata, terrà una lezione sulla fisiologia dell’albero, seguiranno alle 12 i saluti di mons. Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera- Irsina. Nel pomeriggio, a partire dalle 17, Antonio De Giuseppe, orto botanico di Cosenza, spiegherà le tecniche di base per impostare un bonsai.
L’arte e la filosofia suiseki, che significa in giapponese pietra lavorata dall’acqua, saranno illustrate sabato 18 maggio alle 10 da Luciana Queirolo, presidente AIAS, Associazione italiana amatori suiseki. Nel pomeriggio alle 17 Vito di Venere, vicepresidente European Suiseki Association, terrà un incontro dal titolo “Arte e apprezzamento delle pietre”.
Domenica 19 maggio il corso si concluderà con un intervento di Armando Dal Col, fondatore del Giardino Museo Bonsai della Serenità a Tarzo, sulle colline trevigiane, considerato il tempio del bonsai italiano. Alle 17 il bonsaista Gerardo Mandile, Arbores Bonsai Club, svelerà tutti i segreti su come strutturare un bonsai
Negli stessi giorni alcuni spazi del complesso rupestre "Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci" ospiteranno l'esposizione di bonsai e suiseki "Sonzai Presenze", a cura di Gianni Picella e Vito Di Venere.
La mostra potrà essere visitata dalle 10 alle 20, con l’ultimo ingresso previsto alle 19.
L'iniziativa è organizzata da Bonsai Club Puglia in collaborazione con il Circolo La Scaletta.
Ufficio stampa “Circolo La Scaletta”