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La nostra patria non è l’Italia, né l’Europa, né la Terra, né il Sistema solare: questo è un punto del Cielo e noi siamo cittadini del Cielocon questa frase, che rappresenta il testamento spirituale di Vincenzo Caropreso, Maria Lucrezia Schiavone, sua discendente, ha concluso il suo appassionato  intervento che ha delineato la figura dell’ illustre materano, a cui il Circolo La Scaletta ha dedicato un incontro che si è svolto a Matera lo scorso 8 maggio presso la Camera di Commercio, nell’ambito del ciclo d’incontri “Dove abiti? Le nostre strade..la nostra storia”. Una sala gremita e attenta ha avuto la possibilità di conoscere e approfondire la storia famigliare e la modernità del pensiero dell’insigne studioso, che dedicò all’astronomia tutta la sua vita. Caropreso nacque a Matera il 19 marzo 1881, figlio di Enrico Caropreso di Montemurro (PZ) e la materana Lucia Bronzini. Di famiglia molto agiata, trascorse un’infanzia difficile per la separazione dei genitori, chiesta con un atto di coraggio, per l’epoca, da sua madre, a causa del comportamento dissoluto del marito. La sua giovinezza fu segnata anche dalla precoce morte di sua sorella Angela e dello zio paterno, don Giuseppe, ucciso per mano del brigante Chitarrid, così dopo un momento difficile, decise di allontanarsi di Matera e trasferirsi in Francia, dove scoprì il suo amore per l’astronomia e diventò amico di importanti personalità, tra cui il celebre astronomo Camille Flammarion. Di ritorno a Matera continuò a dedicarsi agli studi scientifici e a proseguire le osservazioni del cielo dal suo villino di campagna, anche se per tutta la vita si sentirà un étranger, uno straniero, come amava definirsi. Oggi possiamo conoscere la sua storia, i suoi studi e il suo “libero pensiero”, avanti anni luce, grazie a lettere, scritti, documenti e i numerosi libri custoditi dalla cugina Carolina Bronzini, la bambina rimasta orfana di padre, il medico Raffaele Bronzini, che decise di adottare, dedicando alla sua educazione e istruzione il resto dei suoi giorni. Un patrimonio di conoscenza messo a disposizione della città, negli anni ’30 il telescopio di Caropreso fu donato al liceo classico da Carolina Bronzini, mentre i suoi figli, tra cui Maria Lucrezia Schiavone, nel 2002 hanno donato il vasto patrimonio librario dello studioso alla biblioteca di Matera, costituendo il “Fondo Vincenzo Caropreso”, ancora oggi consultabile.

Passato, presente e futuro dell'astronomia si sono intrecciati nel corso dell'iniziativa, introdotta dal presidente dello storico sodalizio materano, Francesco Vizziello, e arricchita anche dagli interventi di Andrea Staffieri, studente del liceo scientifico di Matera, vincitore delle Olimpiadi italiane di astronomia 2018, che ha descritto la sua esperienza, accompagnato dall'astronomo materano Francesco Vespe, che lo ha supportato nella competizione. Inoltre sono intervenuti, Vincenzo Duni, dirigente scolastico del liceo scientifico “D. Alighieri”, con Steve Shore, professore di astrofisica all'Università di Pisa, originario di New York, a Matera per realizzare un progetto che ha come finalità l’attività di promozione dei metodi scientifici. Un progetto che partirà dal liceo scientifico per estendersi a tutte le scuole del territorio.

Alla memoria di Caropreso è dedicata una strada, nei pressi del centro cittadino e un monumento funebre che si trova nel vecchio cimitero della città, realizzato dallo scultore Ercole Reduzzi per volontà della madre.

Infine la proiezione del video-racconto dedicato alla vita dell'insigne studioso materano, realizzato da Nino Vinciguerra, ha concluso l’iniziativa.

 

Ufficio stampa Circolo ‘La Scaletta’

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