Tito Lucrezio Rizzo presenta libro “Il Capo dello Stato dalla Monarchia alla Repubblica (1848-2022)” al Circolo La Scaletta di Matera

E’ stato il Circolo culturale La Scaletta nei Sassi di Matera ad ospitare nel pomeriggio la presentazione del libro “Il Capo dello Stato dalla Monarchia alla Repubblica (1848-2022)” di Tito Lucrezio Rizzo.

Dopo i saluti del Sindaco di Matera, Domenico Bennardi e del presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi, ha dialogato con l’autore la socia del Circolo La Scaletta, Marianna Dimona.

Pertini l’innovatore, Cossiga il picconatore, Scalfaro il difensore della Costituzione, Ciampi fautore del risanamento dei conti pubblici.

Com’è cambiato il ruolo del Presidente della Repubblica nelle dinamiche istituzionali italiane dal 1948 ad oggi?

E’ la domanda a cui dà una risposta esaustiva il libro Il Capo dello Stato dalla Monarchia alla Repubblica (1848-2022) (Herald editore) di Tito Lucrezio Rizzo, già Consigliere Capo al servizio della Presidenza della Repubblica, fine giurista e scrittore.

 

Il volume è frutto di trent’anni di ricerche bibliografiche, dottrinali, giurisprudenziali e di stampa, ed è scritto con il rigore metodologico necessario per l’attendibilità scientifica sotto i profili del diritto, della storia e della politica ma senza tralasciare la semplicità espositiva che ne permette un’agevole e appassionante lettura.

Il libro rappresenta un viaggio alla scoperta non solo del profilo giuridico e storico ma anche dell’identità umana di ogni Presidente consentendo al lettore di comprenderne meglio la dimensione istituzionale.

“I poteri presidenziali – spiega l’autore –  sono scolpiti nella Costituzione come raccordi moralmente autorevoli e come momento di sintesi unitaria fra i vari Organi dello Stato. Nel tempo hanno acquisito una valenza operativa sempre più rilevante nel concreto attraverso le c.d.”Esternazioni”- termine coniato ai tempi della presidenza Cossiga – volte a scongiurare la paralisi del Parlamento per le speculari animosità di maggioranza ed opposizione.

Il Capo dello Stato si è trovato – di fatto-  a dover svolgere una delicata funzione di “ricucitura sartoriale” fra elettori ed eletti, per evitare che la protesta dei cittadini delusi dalla politica, potesse involversi nel qualunquismo anti-politico o, addirittura, in opzioni eversive dell’ordine costituzionale.

A far data dalla presidenza Pertini,  il ruolo del Capo dello Stato, pur restando nella cornice formale della vigente Costituzione, è divenuto sempre più incisivo, sia per l’indole di coloro che si sono avvicendati a ricoprire tale carica, sia per l’oggettivo vuoto di potere venutosi a determinare al tramonto della c.d. “Prima Repubblica”, con la crisi dei partiti tradizionali e lo sconfinamento  di parte della Magistratura nell’ambito del  potere legislativo.

Il caos istituzionale che ne è derivato, è stato in parte  mitigato dagli interventi, fattisi progressivamente più frequenti  su questioni di rilevanza istituzionale, ad opera dei vari Presidenti della Repubblica succedutisi nel tempo,  diversamente interpreti della “terzietà” del ruolo rivestito.

E’ un dato acquisito sotto il profilo storico-giuridico dell’Italia repubblicana- come ha efficacemente affermato Giuliano Amato in una felice sintesi definitoria- che  i poteri del Capo dello Stato sono stati legittimamente interpretati “a fisarmonica”, cioè che hanno rivelato una notevole capacità espansiva in presenza di maggioranze deboli e inefficienti, come di una rilevante instabilità di sistema”.

“Il volume di Tito Rizzo, che siamo orgogliosi di avere come collaboratore della rivista I Quaderni de La Scaletta – sottolinea il presidente del Circolo, Paolo Emilio Stasi – rappresenta un prezioso documento per comprendere l’evoluzione del ruolo  e l’importanza della figura del Capo dello Stato nelle complesse dinamiche istituzionali e politiche del nostro Paese”.

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