Gianni HSH

Gianni HSH

7 Gennaio 2021 -

Fratelli d’Italia-Gioventù Nazionale, Forza Italia Giovani, PD – Giovani Democratici, Italia Viva Giovani Matera, si uniscono per una lotta comune sul versante delle scorie nucleari. Di seguito la nota integrale.

 

Dopo un secco NO nel 2003, da parte dei Lucani, al sito unico di smaltimento e stoccaggio delle scorie nucleari presso il Comune di Scanzano Jonico, che portò a riversare sulle strade locali oltre 100.000 cittadini, e un referendum popolare nel 2011 che ha visto la netta opposizione degli Italiani all’introduzione del nucleare – 92% votò per il NO – , oggi ci ritroviamo a combattere affinché si escluda nuovamente la designazione di uno dei territori situati all’interno della nostra regione o nell’immediata vicina Puglia. In un paesaggio come quello lucano e materano, in cui il turismo è un fattore importante, da non trascurare, non è pensabile intraprendere la via del nucleare, che avrebbe molte ripercussioni negative ed un danno elevato d’immagine per l’intera regione e la città di Matera. Vedremmo passare il prestigioso titolo da Capitale Europea della Cultura 2019 a Capitale Nazionale delle Scorie Nucleari. Non possiamo permettere che accada. Per scongiurare ciò è necessaria un’azione comune, proveniente da tutti e per l’interesse di tutti i cittadini lucani. Il fatto, pur sussistendo nella sola Carta Nazionale, merita la giusta attenzione, è necessario essere lungimiranti e non temporeggiatori. Pensare alle possibili ed eventuali conseguenze di questa manovra, amica del danno ambientale, non è frutto del sogno popolare, bensì di indagini peritali. La sanità lucana non è incentivata anni orsono, pertanto, su di essa, non deve gravare l’onere di deposito per le attività compiute da sistemi sanitari extra moenia, quindi fuori dalla Regione Basilicata. Abbiamo, come territorio, da tempo scelto di proiettare il futuro su una diversa direttrice di sviluppo, legata alle nostre naturali vocazioni (ambiente, agroalimentare di qualità e turismo), in una prospettiva di sostenibilità legata al Green New Deal, sostenendo ricerca e innovazione, puntando su giovani ed imprese. Non si può tornare indietro.
Per le suddette ragioni, i coordinamenti politici giovanili, unitariamente, hanno assunto l’impegno di combattere insieme e pressare il governo nazionale affinché allontani la designazione del sito unico.

23 Dicembre 2020 -

In una lunga  lettera indirizzata dal presidente del Circolo Culturale “La Scaletta” di Matera, Paolo Emilio Stasi al governatore, Vito Bardi, viene affrontato il tema della programmazione strategica delle risorse finanziarie destinate al territorio lucano e al Mezzogiorno nell’ambito del Recovery Plan.

Il testo integrale della missiva

Egregio Presidente,
la pandemia da Covid metterà alla prova i sistemi nazionali in termini di capacità ed efficacia di azione governativa in direzione della ripresa socio economica, rivedendo o addirittua invertendo i modelli di sviluppo perseguiti fino ad ora.
Molti commentatori e studiosi avanzano come credibile la prospettiva di un graduale e progressivo ridimensionamento dei trend di inurbamento della popolazione nei grandi centri metropolitani ed urbani, cosa assolutamente impensabile solo un anno addietro all’inizio della pandemia.
Molte persone in questo frangente hanno scelto di allontanarsi, anche grazie al fatto che sia stato consentito lo smart working, dai grandi agglomerati urbani trasferendosi in medi e piccoli centri.
Una declinazione alla scala territoriale del “distanziamento fisico” che preconizza la limitazione della concentrazione di popolazione nelle grandi aree metropolitane/urbane a favore del ritorno/permanenza stabile di quote significative di popolazione nei centri di media dimensione o addirittura nei borghi più interni del territorio. Per assicurare tale trend si dovranno strutturare e consolidare nuovi sistemi urbani in grado di garantire un “effetto città”, pure in un’ottica di complessivo riequilibrio territoriale di funzioni e servizi ed opportunità di vita e di lavoro.
Con riferimento alla dimensione dei piccoli borghi e delle cosiddette “aree interne” del Paese, va ricordato che la maggior parte di queste realtà oggi è caratterizzata da fenomeni di spopolamento e progressivo degrado fisico e sociale. Il loro recupero/riuso è fondamentale per far rinascere e dare un futuro a realtà economiche e sociali capaci di legare le nuove generazioni ai territori e di attrarre nuovi residenti. In questo senso la proposta di riabitare i piccoli borghi, decongestionando le realtà urbane più grandi e favorendo al contempo un oggettivo distanziamento fisico della popolazione sul territorio, è certamente condivisibile ed auspicabile.
Allo stesso tempo, una tale prospettiva, come evidenziato nella Strategia Nazionale Aree Interne del nostro Paese, non può prescindere dall’affrontare e risolvere, anche immaginando soluzioni innovative e più efficienti, il tema ad esempio della inadeguata dotazione di servizi e qualità/opportunità di vita e di lavoro nei territori interessati, o ancora la spesso scarsa e precaria accessibilità ai centri abitati presenti in queste realtà territoriali svantaggiate.
Isolamento delle aree interne, difficoltà nei collegamenti, chiusura di servizi primari, accorpamenti e/o soppressione di scuole dell’obbligo e di servizi nel settore terziario, soppressione e accorpamento di servizi ed uffici di valenza territoriale nel capoluogo di regione hanno contribuito al fenomeno della denatalità e degli esodi. Matera 2019 ha prodotto benefici, anche territoriali, in alcuni settori produttivi e professionali ma non ha impedito l’ulteriore esodo di giovani laureati o specialisti con professionalità che non fosse legata ai settori turismo, ricettività e ristorazione.
I piccoli borghi dovrebbero integrarsi fra loro in “sistemi di città” al fine di raggiungere, insieme, il così detto effetto-città, ribaltando la esistente e tradizionale condizione di dipendenza e di gravitazione rispetto a centri di rango superiore spesso distanti.
Urgente sarebbe una riforma delle geografie istituzionali e degli Enti Locali (in termini di funzioni e competenze) che guardi soprattutto ad una nuova dimensione pluricomunale/sovracomunale come Ente intermedio (dalle aree metropolitane alle aree interne) e che completi il processo interrotto di soppressione delle “attuali” amministrazioni provinciali, ormai svuotate di poteri, risorse ed anche di funzioni reali di rappresentanza politica. Un nuovo e più equilibrato assetto istituzionale potrà creare le condizioni per un rinnovato e più costruttivo rapporto tra Stato centrale e Regioni e si potranno affrontare, seriamente, nodi irrisolti quali il federalismo fiscale o il tema delle autonomie differenziate, come anche la gestione efficace di una pandemia.
Ad un radicale processo di riforma istituzionale, che guardi a nuovi assetti e futuri possibili per le realtà territoriali più interne, la nostra regione è particolarmente interessata. In primo luogo perché consentirebbe la rivitalizzazione delle nostre aree interne, fortemente penalizzate anche dalla difficoltosa accessibilità ma anche per la possibilità che la Basilicata instauri un maggior coordinamento con le regioni limitrofe di Puglia, Campania, Calabria e Molise. Iniziative, come quelle avviate nei giorni scorsi di coordinamento delle regioni meridionali per definire un quadro strategico di riferimento e rivendicare la giusta quota di risorse da ottenere dallo Stato per il rilancio del Sistema economico, sono primi segnali della consapevolezza di definire modalità e procedure di programmazione ormai impraticabili. Oggi ancor di più per affrontare i problemi post-covid.
In questo quadro è necessario che la Regione avvii un indispensabile processo di pianificazione e programmazione strategica che consenta di gestire al meglio le rilevanti risorse finanziare che verranno attribuite anche alla Basilicata e non solo nell’ambito del cosiddetto Recovery Plan. Come pure vanno considerate positivamente le iniziative, promosse dalla Regione, di studi e ricerche in grado di delineare una prima visione di futuro per la regione ed i principali asset su cui puntare. La Regione Basilicata oltre a possedere un patrimomio di beni ambientali, paesaggistici e demo-etno-antropologici ha anche risorse inestimabili come l’acqua ed ancora, ingenti risorse energetiche.
Il Recovery Plan proposto dal Governo prevede che il 35% dell’importo totale (il più cospicuo) sia impegnato nella misura della “rivoluzione verde e transizione ecologica”. La presenza nella nostra regione di una “azienda globale di energia” (ENI) vocata al processo di transizione energetica e partecipata dallo Stato dovrebbe indurre a rivendicare la costituzione, nel nostro territorio, di un laboratorio di ricerca e sperimentazione, di rilevanza europea, che indichi come attuare la rivoluzione verde e quali dovranno essere le nuove fonti energetiche sostenibili.
È del tutto evidente, quindi, che la Regione debba, per gli scenari che si prospettano e che si sono esposti in precedenza, attivarsi quanto prima nel redigere gli strumenti di programmazione e pianificazione di competenza ovvero a provvedere a redigere un piano che, prendendo atto degli scenari che si stanno disegnando dopo che la pandemia sarà sconfitta, programmi interventi infrastrutturali e servizi territoriali. Miglioramento delle condizioni di accessibilità alle aree interne e migliori collegamenti con le altre regioni limitrofe, riorganizzazione di servizi e strutture produttive che favoriscano il riequilibrio territoriale e la diffusione di adeguate opportunità e qualità di vità, in cui coesione ed inclusione sociale siano i principali riferimenti. Un piano che, se così concepito, non potrà che essere il frutto di una ampia consultazione e del contributo di tutti i soggetti interessati e le comunità presenti sul territorio, nonchè della partecipazione di ordini, associazioni e cittadini.
In tutto ciò l’Università e gli Enti di ricerca presenti sul territorio dovranno dare un contributo notevole alla definizione di linee strategiche e programmi che abbiano la concreta possibilità di attuarsi e che siano fortemente relazionate alle caratteristiche e risorse del contesto territoriale ed alle domande espresse dalle comunità. Una Università, in particolare, che contribuisca a creare le condizioni perché le professionalità formate da essa, ma anche quelle abilitate dai centri di formazione di eccellenza, possano diventare una offerta concreta per imprese pubbliche e private del territorio.
In tale complesso ed articolato processo di riflessione sul futuro della Basilicata, l’Associazione Culturale de La Scaletta di Matera, che lo scorso anno ha compiuto 60 anni dalla fondazione, rivendica una lunga tradizione di iniziative e di impegno civile ed auspica che anche le Associazioni attente a queste problematiche possano essere coinvolte e partecipare ai processi consultivi, organizzativi e decisionali che dovranno essere avviati perché si attivi una nuova fase di sviluppo della regione.
Sono quasi trenta anni dalla ultima definizione di un programma e di una visione complessiva per la Regione (l’ultimo documento di programmazione organico risale, infatti, alla fine degli anni ’90). È arrivato il momento di riprendere una iniziativa di proposta, anche a partire dalla nostra regione, che si proietti in una rinnovata dimensione di protagonismo e di sviluppo per la realtà intera del Mezzogiorno.

Certi del suo cortese riscontro si inviano cordiali saluti.

Il Presidente
Paolo Emilio Stasi

Documento elaborato dal Gruppo di Lavoro sui problemi socio-economici-ambientali e pianificatori del Circolo La Scaletta

A partire dall’12 dicembre 2020 e con cadenza settimanale, la Proloco di Matera organizza degli incontri in diretta su Facebook con persone che vivono e lavorano nella nostra città.

Il progetto “Materani in movimento -dialoghi ai tempi della pandemia“ nasce a Novembre 2020 dal desiderio di Fabiola Masciandaro, cittadina materana e operatrice turistica, di ricreare a tutti gli effetti un “vicinato virtuale”, al fine di coltivare il valore della condivisione con la comunità di progetti innovativi e idee di successo portati avanti da cittadini materani con competenza e caparbietà tra ostacoli e difficoltà di ogni tipo; il progetto nasce quindi per conoscere e conoscersi, gettando le basi di proficue relazioni e nuove progettualità.

Il coinvolgimento di tutti i concittadini che potranno interagire con domande e commenti in diretta, rappresenta l'elemento fondamentale dell’evento che ha l’ambizione di trasformare la percezione della comunità materana: non più spettatori ma attori nella rivelazione della città e di tutto il territorio.

Siamo ormai alla dodicesima di queste "interviste informali", che si terrà Sabato 30 gennaio alle ore 11 in diretta Facebook con Valentina Zattoni e Michele De Ruggeri soci del Circolo La Scaletta di Matera.

Il Circolo culturale La Scaletta è un’associazione culturale impegnata da sessant'anni nella conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale di Matera e del territorio lucano.

Valentina ci accompagnerà  nella visita delle sale di Palazzo Bronzini, edificio storico adornato di affreschi e attuale sede del circolo, raccontandocene la storia.

Successivamente Michele De Ruggeri, socio fondatore del circolo nel 1959, ci racconterà di quanto sia stato emozionante all'epoca, con i suoi amici poco più che ventenni e animati dal motto “Noi non siamo i figli della miseria, noi siamo i figli della Storia", scoprire e censire le prime cripte nel Parco della Murgia Materana.

Un’infaticabile e appassionata attività di ricerca, documentazione, tutela e promozione culturale del territorio, che ha innescato una “rivoluzione culturale” incominciata proprio negli anni in cui un'antichissima organizzazione civile si sgretolava e la vita dei Sassi di Matera, con i suoi valori, stava per essere cancellata.

 Invitiamo, come sempre, chi vorrà rivolgere domande a Valentina e a Michele a scriverle durante l'intervento in diretta.

Fabiola le rivolgerà ai due soci della più longeva associazione culturale materana.

Diversi gli ospiti già intervistati, tra cui l'artista Paola Di Serio, il dott. Rocco Toscani di Biolabor, Don Angelo Tataranni, la psicologa clinica Rosalia Paradiso, Martina Ripoli proprietaria dell'affittacamere Myricae, Ilenia Melodia autrice del blog Ile's cafè, l'artista Pino Oliva, Paolo Barbaro dell’azienda metalmeccanica Metalbi Srl e Antonio Cappiello graphic designer autore della locandina di Materani in Movimento, Antonella D'Ercole project manager di Lucana Sistemi e ARSchooInnovation, Francesco Linzalone di Slow Food Matera e Emanuele Loperfido dell’azienda agricola Ciciddo, l'astronomo con forte senso civico Francesco Vespe e numerosi quelli da ascoltare tra cui: Claudia Pentasuglia, Leo Montemurro, Antonio Andrisani, Silvia Peragine & Greg, Paola Paolicelli, Anna Maria Cammisa, Paola Cefaliello, Francesco Berardone, Angelo Cannarile e Anna Maria Losignire, Renato Favilli, Francesco Gallipoli, Rossana Cardinale, Eustachio Muscaridola, Paolo e Andrea Santeramo, Nino Scarcella, Luca Petruzzellis, Donato Addesso e Vitantonio Lombardo                               

Cento galline in terracotta realizzate a mano con l’antica tecnica del “colombino”, alte dai 60 ai 170 cm verranno collocate in processione nel riose Vetera - Sasso Barisano. 

Cento galline in processione a Matera per raccontare ciascuna una storia fatta di materia viva, colori, segni e disegni. Ciascuna ne racconta una, la sua, e centomila  di ciascuna persona che la  incontra, osserva, tocca.

Al termine della loro processione  i passanti potranno lasciare una traccia di sè con colori e pennelli  su federe bianche, canottiere e indumenti vari che saranno via via appesi ad una corda rossa che andrà da finestra a finestra del vicinato ...”cordone ombelicale del pensiero creativo”.

Inaugurazione: Matera, venerdì 4 ottobre Circolo "La Scaletta", Via Sette Dolori, 10 ore 18:00

 

Lunedì, 23 Settembre 2019 17:04

Mostra di Assunta Proscia

Mostra Naïf

Inaugurazione venerdì 27 settembre 2019 ore 19:00

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