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 "L'arte che si sottrae al flusso perenne per divenire forma,
è ciò che opponiamo alle tentazioni del caos"


Dietro le quinte

Conversazioni con un sistema operativo

 

Conversazione con un sistema operativo  è il progetto di tesi di Roberto Laterza, musicista, performer e compositore contemporaneo diplomato in musica elettronica presso il conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, e che si incentra sullo sviluppo di una performance audio visiva a  partire dalla pratica del live coding.

Il live coding è una pratica performativa contemporanea in cui viene utilizzata la scrittura  del codice informatico dal vivo per produrre risultati sonori e/o visivi in tempo reale. Per  fare ciò chi pratica il live coding si avvale di specifici software che sono in grado di  riconoscere i comandi musicali e di eseguirli quasi istantaneamente. 
La maggior parte delle volte lo schermo del performer viene proiettato in modo da  rendere il codice visibile al pubblico. Questo aspetto del live coding nasce dalla necessità  di mostrare il processo creativo e di scrittura in modo da eliminare la barriera  comunicativa che spesso è presente nelle performance che richiedono l’utilizzo di un  dispositivo di codifica.
Le esigenze tecniche e di conoscenza della programmazione e della teoria musicale  rendono il live coding una pratica che ha bisogno di un alto livello di preparazione da  parte dell’esecutore, che molto spesso si trova ad improvvisare alcune parti o l’intero  spettacolo aggiungendo, sostituendo o eliminando elementi all’interno del codice  sorgente. Tale azione crea una sorta di processo di reversibilità, in cui l’errore umano  (dovuto, ad esempio, ad una digitazione sbagliata) o della macchina nella decodifica  diventa parte integrante del comporre.
Capita spesso, infatti, che durante un’esecuzione il sovraccarico di informazioni porti il computer a comportarsi in maniera inaspettata, con  conseguenti risultati sonori di diverso tipo (comprese saturazioni, feedback e glitch) e alle  volte addirittura ad improvvisi silenzi dovuti al crash del programma. 

Conversazione con un sistema operativo nasce da alcuni concetti centrali e secondari del  live coding, ma non può essere definita canonicamente all’interno di questa pratica.  Questo perché il lavoro (su cui verte la mia tesi di laurea) si è basato principalmente sullo scrivere ed elaborare il codice in tempo reale,anche se  durante l’esecuzione i processi sonori e musicali non vengono mai esplicitati (se non in  alcuni pochissimi casi), come invece avviene sempre nel live coding. Nonostante ciò, le  caratteristiche concettuali ed estetiche condivise con questa pratica sono molte: il mostrare lo schermo, l’uso di processi auto-generativi e di variabili stocastiche, una certa  dose d’improvvisazione e libertà esecutiva e lo spirito ironico. 

Ma in che cosa consiste questa performance?
Il lavoro è una piece comica di computer  music. Nello specifico è una composizione multimediale basata su un dialogo spiritoso tra me, la macchina e il pubblico, utilizzando la funzione di commento (//) per parlare con  l’audience ed esprimere pensieri personali sull’andamento dell’esecuzione e alcune  parole-chiave (preset) per richiamare delle funzioni sonore prestabilite e creare  un’interazione musicale. Queste parole-chiave non sono scelte a caso e servono ad  indirizzare il dialogo su specifici temi.
Per tale motivo è stata creata una “libreria” piuttosto  ampia che le contenga tutte e che permetta di variare la performance in base al contesto  e quindi di adoperare una specie di improvvisazione tematica piuttosto che sonora, grazie alla quale l’esecutore può scegliere quale tema trattare (non è detto che durante una  performance vengano affrontati tutti quelli possibili) o per quanto tempo rimanere su uno  di essi. Questo lavoro è intriso di riferimenti culturali di ogni tipo ed essi sono presenti sia  nelle parole-chiave che nelle scelte sonore: ci sono richiami alla cultura del live coding e  da tutto ciò che la circonda, al mondo della musica elettronica e classica, ma soprattutto  alla cultura pop, tra cinema e videogame.
Ed è proprio da questi ultimi che nasce l’idea di  riempire il lavoro di tutti questi elementi, a volte espliciti altre no, come se fossero degli easter egg.
La performance è basata sul concetto della comunicazione tra essere umano e macchina,  che porta spesso a situazioni fallaci in cui la risposta dell’elaboratore non corrisponde al  significato del comando, anzi quasi sembra reclamare una propria indipendenza  interpretativa, andando ad ironizzare sulle capacità molto precise della macchina di  seguire i comandi dati (sempre se viene usata la giusta sintassi). In questa performance  ho voluto ribaltare in qualche modo l’immaginario collettivo legato alla relazione tra uomo  e macchina che spesso sfocia in scenari catastrofici e distopici, riflesso della sfiducia e  della paura di molti esseri umani nei confronti degli sviluppi tecnologici sempre più rapidi.  
Qui, invece, viene portato in scena un’utopia: una comunicazione attiva tra umano e  macchina in cui, nonostante siano presenti non poche difficoltà interpretative tra le due  parti (non è forse vero che questo meccanismo è spesso presente anche nella  comunicazione tra esseri umani?), entrambi collaborano alla creazione di una  composizione sonora a partire dalle parole.
Ovviamente la specifica intenzione di mostrare una certa difficoltà comunicativa è basata  su modelli definiti a monte e la macchina non ha una reale indipendenza interpretativa, se  non per quanto riguarda la “scelta” di alcuni valori musicali all’interno di range prestabiliti.   

                                  

 

Roberto Laterza

(Musicista e compositore)

 

 

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