"Troveremo sempre risposte parziali che ci lasceranno insoddisfatti
e allora continueremo a cercare"
Editoriale
La libertà è sempre pura, sociale e rivoluzionaria
La libertà non viene dopo niente. La libertà è.
Spesso difficile da comprendere, la libertà è un pensiero sottile. Ci vuole tempo perché possa essere incorporata nella vita quotidiana delle persone. Ma è sempre ovunque. Come se stesse aspettando il momento giusto per rivelare il suo volto.
È dunque necessario che le persone siano aperte a questa chiamata.
Perché quando si crede in essa, la libertà è quasi una religione.
La libertà è un linguaggio. Come lo è la musica, la pittura. Come lo è la luce.
Benché gli uomini abbiano occhi, pochi sperimentano con gli occhi e non vedono che l’ombra delle cose.
È difficile affrontare i problemi della luce. I tecnici si fidano più delle loro misurazioni che degli occhi e credono che i livelli di luminosità che riescono a calcolare siano valori assoluti. Ma per l’occhio, dunque per l’impressione sull’occhio, la sola cosa che conta è l’effetto, la parola relativa. Bisogna imparare a vederla. La luce fa qualcosa di più che imitare il sole, la luna, le stelle. Non deve soltanto produrre effetti. Non deve rendere le cose più belle né evocare stati d’animo. Deve dare ai colori, alle superfici, alle linee e ai corpi la possibilità di dispiegarsi. Nessun elemento agisce a spese dell’altro, tanto meno la luce, che vincola ogni gesto al patto; una luce che riverbera.
Tale luce deve riempire ogni spazio possibile, mente ed anima.
Come l’andante del Concerto per piano n. 2 di Dimitri Shostakovich
(Piano Concerto No. 2 in F Major, Op. 102: II. Andante )
o il pensiero assoluto di Virgilio nei suoi venti secoli di una serena bellezza.
Non c’è bellezza senza verità e rivelazione. Senza luce.
La bellezza non è un segreto. Libera, è esposta dappertutto, nuda.
Essa brilla senza lasciarsi toccare. Ciò che s’intende per misticismo non
è un’esperienza rara, confusa, per pochi, è il grano che facciamo nostro tutti i giorni. L’illuminazione giunge da un luogo dell’anima più profondo ed intimo, dove i contorni della realtà sono definiti da una specie di distacco carico di sottintesi riferimenti e risonanze.
Atomi e sogni
Un tempo si pensava che il reale e l’immaginario avanzassero su linee parallele senza mai incontrarsi, ma poi si è scoperto che lo spazio è curvo, e in uno spazio curvo le linee parallele si incontrano.
Anche la nostra mente è uno spazio curvo. Le cose che sperimentiamo, che immaginiamo ed inventiamo hanno un loro percorso come binari, finché alla prima curva non confluiscono liberamente in una sola realtà. Spesso il tramite è il sogno, un lampo che illumina, il tempo che diviene memoria.
Ma il nostro tempo, il tempo che viviamo, è davvero diviso in passato, presente e futuro o si accumula forse solo verticalmente, creando così strati di realtà simultanea ? Ad ogni livello esisterebbe allora un tempo, e noi esisteremmo anche altrove nel tempo.
Il tempo: una sequenza numerica di cambiamenti.
Già Sant’Agostino d'altronde, sosteneva che l’universo non è stato creato nel tempo, ma col tempo.
Per non confondere radici e rami, in un mondo in cui la parola domina il reale, occorre che il cuore ed il pensiero parlino la stessa lingua.
Nell’antica leggenda del Santo Graal, Lancillotto il più nobile dei cavalieri non arriverà mai a vedere il Graal perché non sa (o non vuole…) rinunciare all’amore per Ginevra. Un cuore preda della sua passione, non potrà mai sperimentare l’amore assoluto, la bellezza universale.
Il cuore: carbonio allo stato puro in un mondo di silicio.
Il mondo che ci circonda è ciò che è nel nostro cuore (non esistiamo solo sotto la forma in cui siamo visti), nasce con noi, è un’apparenza di cui il nostro pensiero fa una realtà. La terra non è luminosa, fa apparire la luce. Allo stesso modo una foglia è tutto, tranne quel colore verde che le scorgiamo, formato esattamente dalle radiazioni che non ha assorbito.
Poichè l’anima resta estranea agli accidenti del nostro corpo, un essere libero dai nostri legami, un tesoro che non siamo, ma di cui siamo l’esistenza, la profondità dei nostri desideri è il nostro stesso unico destino, e non resta che mostrarsi più chiari, più fedeli alla bellezza per vedere nelle cose lo specchio segreto del nostro io.
Non possiamo che accettare allora, come dato più certo della nostra esistenza, il pensiero che siamo fatti per aiutare qualcosa a compiersi.
Edoardo Delle Donne
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