"Immaginazione e connessione
hanno reso l’uomo un essere speciale"
Money influence
È il cosa diventare a renderci felici
Cosa hanno in comune Mahatma Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Steve Jobs, Nelson Mandela, Elon Musk, Tim Berners-Lee (inventore del World Wide Web), Martin Luther King, Nikola Tesla, Maria Montessori, Leonardo da Vinci, Dalai Lama e tanti altri uomini straordinari?
Cosa lega l’agire di queste persone che in differenti momenti storici, in diversi luoghi del mondo, con differenti mezzi a disposizione e in ambiti completamente diversi sono riusciti a cambiare il corso della storia?
Il coraggio? …La passione? …Il sacrificio? Forse.
Di sicuro coraggio, passione e sacrificio sono ingredienti importanti, ma non sufficienti da soli nel coinvolgere così tante persone e in modo così profondo da cambiare le sorti del mondo. È necessario qualcos’altro.
Avere nuova visione.
Una nuova visione, pensare a un modo nuovo di stare al mondo, immaginare ad “altro da ciò che è comunemente conosciuto”, un “luogo nuovo” dove poter realizzare i propri sogni.
Un luogo che ancora non esiste e che vive solo della nostra fantasia, un luogo migliore di quello in cui viviamo, un luogo che sia più armonico e più giusto.
La volontà di realizzare questa nuova visione del mondo è ciò che scuote l’animo delle persone, che convince ognuno di noi a cambiare le proprie abitudini, a rincorrere un nuovo modo di stare al mondo, quello che nel 1516 Thomas More nel suo capolavoro letterario chiamò l’isola che non c’è: Utopia.
Ci siamo, ora possiamo rispondere alla domanda iniziale, ciò che unisce gli uomini più straordinari del pianeta è l’aver immaginato un mondo che ancora non c’era e aver creduto fino in fondo di poterlo realizzare.
Questa è la vera essenza dell’utopia.
La parola utopia, infatti, non è da intendersi come qualcosa di irraggiungibile, come una visione idealizzata di un futuro mai realizzabile, l’utopia al contrario, è un propellente necessario per il cambiamento, per tendere verso una nuova e migliore condizione di vita.
Senza utopie non esisterebbero i grandi sogni, non saremmo arrivati dove siamo oggi, né avremmo assistito all’estro e al genio di grandi donne e uomini che hanno cambiato il corso della storia.
Un luogo immaginato e da realizzare lascia, in chi lo immagina, la libertà di crederci, di sperimentare, di sbagliare e ripartire avendo sempre dinanzi a sé quel “mondo più giusto” che lo spinge a cambiare se stesso e gli altri. Ma allora è lecito domandarsi: se non riusciamo a immaginare un mondo diverso da quello in cui viviamo riusciremo mai a cambiare la realtà che ci circonda?
No! Senza utopia non c’è evoluzione, non c’è cambiamento.
L’utopia è quella scintilla che accende in noi il motore del cambiamento.
Perché?
Perché cambiare costa fatica, molta fatica, e saremo disposti ad accettarla solo al cospetto di qualcosa in cui credere profondamente, qualcosa che ci premi per il costo sostenuto: la creazione di un mondo più giusto. In questa prospettiva, il coraggio, la forza, la passione, il sacrificio hanno senso solo se calati nel progetto che vogliamo realizzare, nella convinzione di lavorare per un luogo che ancora non esiste ma che rappresenta nel nostro immaginario un luogo migliore.
Potremmo allora definire l’utopia come lo strumento per prendersi cura del proprio futuro?
Certo.
L’uomo deve sempre porsi come obiettivo la possibilità di poter scegliere in quale mondo vivere, in quali valori credere. Questa scelta è tanto importante a livello collettivo, come comunità, quanto a livello individuale, come persona che “desidera” per sé, per i suoi cari un futuro migliore e più giusto. Se interpretiamo il futuro come il luogo dove trascorreremo gran parte del nostro tempo, potremmo imparare ad agire “utopisticamente” per renderlo migliore e realizzare i nostri desideri.
In questo nuovo agire, il rapporto con il denaro e il suo utilizzo assume un significato importante e può fare la differenza tra essere protagonisti o vittime del mondo che verrà.
Ma allora, che rapporto bisogna avere con il denaro per essere realmente padroni del nostro agire?
Un primo passo da fare è progettare concretamente la nostra personale “utopia” da realizzare. Imparare a pianificare, trasformare ciò che desideriamo in azioni, abitudini o comportamenti che ci permetteranno di cambiare gradualmente la nostra vita e di conseguenza il nostro futuro. Piccole azioni ripetute tutti i giorni possono generare cambiamenti enormi negli anni. La progettualità è una caratteristica fondamentale dell’utopia. Tra ciò che viviamo oggi e il nostro desiderio c’è uno spazio, una distanza che va colmata con un progetto, una strategia capace di far maturare in noi quel cambiamento che ci porterà alla nostra nuova vita.
Un secondo passo è quello di adottare esperienze finanziarie che restituiscano al denaro il suo ruolo autentico, quello di strumento in grado di aiutarci a realizzare ciò che desideriamo. Nel progettare il nostro futuro, infatti, un corretto utilizzo del denaro farà la differenza.
Purtroppo oggi l'uso del denaro e la sua gestione nel tempo è sempre più autoreferenziale.
Tradotto?
Serve solo per generare altro denaro, non ha progettualità, si risparmia e si investe senza un perché, ma solo ed esclusivamente per accrescerne il suo ammontare. Ciò toglie al denaro il suo ruolo principale: strumento per facilitare la realizzazione dei nostri desideri.
In realtà investire il proprio denaro senza avere un progetto di vita non ha valore, non soddisfa alcun nostro desiderio, non ci rende felici o appagati del nostro agire in quanto non avvia quel processo virtuoso di cambiamento che migliora la nostra vita, ma genera solo un accumulo di soldi. Soldi su soldi senza sapere cosa farne.
Dare significato al nostro agire, al contrario, lo si può ottenere solo definendo con precisione i nostri progetti futuri, cosa vogliamo “diventare” tra dieci, venti o quaranta anni per poi decidere come e quando impiegare il nostro denaro.
Si, ho usato il verbo “diventare” e non “ottenere”.
Non è un verbo buttato lì per caso, in quanto per essere protagonista della tua vita devi cambiare paradigma, passare dal “cosa ottenere per sentirti più soddisfatto al cosa diventare per essere felice”.
E allora, ecco che avere una visione chiara, desiderabile e attuabile dei nostri progetti rende il nostro agire significativo e il denaro un semplice “ponte” tra la realtà vissuta e quella desiderata.
Solo inseguendo la nostra utopia avremo la forza di non rassegnarci al presente, ma agire per migliorarlo praticando un cambiamento virtuoso.
Un progetto di vita ben pianificato, anche se utopistico, può essere concepito come una fuga dall’oggi attraverso un viaggio nel tempo che ci porterà a essere persone migliori.
Cristofaro Capuano
(Financial coach)
Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere le notizie dal Circolo "La Scaletta" sulla tua posta elettronica.