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 "Immaginazione e connessione
hanno reso l’uomo un essere speciale"

 

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Digitalesimo: non siamo più il centro del mondo ma facciamo fatica ad ammetterlo

  

Da oltre un quarto di secolo stiamo vivendo un periodo di profonda rottura con il passato, un'era di totale spaccatura con la vecchia matrice di pensiero logico-razionale che aveva i  piedi ben saldi nel mondo greco-romano-cristiano.
Tutto questo mondo sta andando via, sta scomparendo dietro i colpi di quello che potremmo definire con un neologismo  il “Digitalesimo”, la capacità cioè di tradurre ogni piccola cosa del mondo in “BIT”, duplicare ambienti virtuali, crearne dei nuovi, produrre, arte, musica, esperienze emotive, non solo grazie al  “pensiero umano” ma anche attraverso l’utilizzo di “intelligenze artificiali”. Un tipo di intelligenza che sta diventando sempre più “sensibile” e in grado di cogliere anche le nostre emozioni; una vera “mutazione genetica” nel rapporto uomo-mondo e nell’evoluzione della nostra civiltà. Forse è opportuno dire che ci troviamo dinanzi alla nascita di una nuova forma di civiltà, ancora in erba e difficile da decifrare, soprattutto per chi è nato nel secolo scorso.
Per provare a comprendere cosa stia accadendo facciamo un piccolo esempio.
Immaginiamo che un uomo vissuto nell’anno 1000 d.c. si fosse addormentato e risvegliato direttamente nel 1300 d.c., avrebbe notato qualche piccola differenza col suo vecchio mondo?
Poche.
La struttura sociale, la tecnologia disponibile e le abitudini di convivenza tra cittadini sarebbero risultate molto simili. 
Non c’era grande differenza nel nascere nel 700 d.c., nel 900 d.c. o nell’anno 1000 d.c., l’organizzazione delle società, la tecnologia e l’economia non risultavano molto differenti al trascorrere dei decenni. In quei secoli a dettare i ritmi della vita era ancora la  natura, l’uomo viveva  inseguendo i cicli delle stagioni e l’alternarsi del giorno e della notte.
Cosa ben diversa se provassimo, invece, a immaginare un uomo vissuto  nel 1800 d.c. che si fosse addormentato per poi  svegliarsi nel 2022 d.c..
BOOM!
Non riconoscerebbe più i suoi simili, non riconoscerebbe la sua stessa terra, non capirebbe il mondo che lo circonda, la tecnologia e la scienza avrebbero trasformato completamente lo “sfondo del pianeta” uno sfondo che, secondo i greci, doveva rimanere immutabile; l’uomo l'ha completamente alterato.
Nel bene e nel male abbiamo avviato un processo di controllo totale sulla natura condizionandone anche i suoi cicli. Siamo atterrati  sulla luna, abbiamo navigato nello spazio, costruito metropoli con milioni di persone, creato sistemi di comunicazione a distanza, deviato corsi d'acqua, generato energia dal sole, estratto idrocarburi dalle viscere della terra, etc…, tutto questo grazie al dominio della nostra specie sulle altre.
Ma come siamo riusciti a fare tutto questo?
Grazie a tre importanti blocchi della nostra civiltà, tre momenti di completa discontinuità con il passato.

Il primo è stato  la nascita del  Pensiero Greco che per la prima volta nella storia ci ha fornito la teoria attraverso la quale indagare le cose del mondo. Secondo i greci l’uomo non ha confini, non ha limiti, il suo intelletto è perfettamente in grado di capire la realtà che è una rappresentazione  logico-razionale della sua stessa natura di uomo. La mente dell’uomo è logico-razionale così come le leggi di natura.
L’uomo è completamente immerso nella natura e ne è parte integrante come tutti gli altri esseri.

Il secondo momento  è  l’Agire Cristiano. Il Cristianesimo ci ha donato la volontà di perseguire un obiettivo. Il doversi prodigare per il prossimo, il doversi guadagnare la salvezza attraverso delle opere buone. L’agire cristiano ha intriso l’uomo di una forza di volontà tale da riuscire a raggiungere la salvezza, e proiettarlo verso un futuro migliore. Per migliorare la tua condizione di vita terrena e non, dovevi “agire”. Mentre per i  greci la contemplazione era tutto, per i cristiani lo era l’azione.

Il terzo blocco è quello prodotto dall’Umanesimo Italiano. È un momento determinante della nostra storia. A partire dal  1400  l’Umanesimo raccolse il pensiero greco, lo combinò con l’agire cristiano e diede vita ad  una nuova visione del mondo: l’uomo è al centro dell’universo e  artefice del suo destino.
Fu qualcosa di dirompente.
Un salto “cognitivo” in cui  l’uomo non era più oggetto del fato, non doveva più inseguire i cicli dell’universo, ma  poteva essere protagonista del suo destino e dominus della natura.
Dall’Umanesimo nacque quello che oggi chiamiamo cultura occidentale le cui fondamenta poggiano sui tre fattori cardine:

  1. centralità dell’uomo
  2. fiducia nel futuro,
  3. credito per chi opera.

La centralità dell’uomo si afferma con l’agire e il costruire, l’uomo costruisce continuamente mondi, è una specie di piccolo nuovo creatore. Nell’idea umanista non esiste nessun limite alla potenza creatrice degli umani, esiste sì, il caso,  esiste la fortuna, ma l’uomo è capace di dominare entrambe.
L’uomo si era trasformato nel  libero creatore di una potenza estrema con un’enorme fiducia nel futuro. Si era persuasi che ognuno potesse migliorare le proprie sorti, la propria condizione sociale,  solo grazie al suo volere e alla sua capacità di indagare il mondo.

Queste convinzioni  spingevano le persone  ad “osare” oltre il dovuto a sperimentare nuove esperienze. Non è un caso che dall’Umanesimo sono nate le scienze moderne, le esplorazioni intercontinentali, le nuove tecnologie, l'astronomia moderna e molto altro.
Ma la fiducia nel futuro, da sola non era sufficiente, ad alimentare la rivoluzione cognitiva prodotta dall'Umanesimo ci fu un’altra importante innovazione: il credito. La nascita  della finanza moderna, così come la conosciamo oggi.
Fu grazie alla concessione sistematica e organizzata di finanziamenti che l’uomo conseguì imprese grandiose: dalla scoperta dell'America, alle esplorazioni scientifiche (Darwin), dalla costruzioni di nuove infrastrutture, al finanziamento di invenzioni, opere monumentali e artisti del Rinascimento.
Questi tre elementi, centralità-fiducia-credito, hanno accompagnato l’uomo fino al XX secolo.
E oggi? È ancora così? Oppure qualcosa sta cambiando nelle nostre vite?
Dopo seicento anni, stiamo assistendo a una nuovo grande movimento collettivo, un’enorme mutazione cognitiva, non so dire quanto ne siamo realmente consapevoli ma il Digitalesimo sta "detronizzando" tutti e tre gli elementi propulsivi del vecchio Umanesimo. Dall’età post-industriale (1970) ai giorni nostri l’uomo è sempre meno al centro del suo agire, le sue scelte sono sempre più condizionate da ambienti esterni, spesso digitali, che indirizzano i nostri gusti, le nostre aspirazioni, il nostro sentire. Big Data, Algoritmi, Intelligenza Artificiale, Biotecnologie, Robotica e Ambienti Virtuali catalogano, selezionano e controllano costantemente il nostro agire per poi condizionare i nostri desideri, le nostre scelte.
In ambiente digitale, ormai possiamo fare di tutto, acquistare qualsiasi prodotto, scegliere un partner per la vita o per un’ora, vendere le proprie competenze, lavorare, vivere esperienze in mondi virtuali costruiti ad hoc per noi, etc… ma a quale prezzo?
Molteplici.
Il primo è proprio la rinuncia alla centralità dell’uomo.
La tecnologia diverrà il dominus e l'agire umano graviterà sempre più  intorno ad essa. Non saremo più artefici del nostro destino, ma eterodiretti e poco consapevoli delle nostre decisioni.
Il consumo non sarà praticato per appagare un nostro reale bisogno di vita ma per interpretare un'identità non nostra, ma fornita dal sistema di appartenenza (social, azienda, comunità etc ...).
Non è raro vedere come già oggi ambienti digitali creino  nuovi bisogni mai esistiti prima per poi trasferirli ai fruitori dell’ambiente al fine di consumare prodotti e servizi che, gli stessi fruitori, non avevano mai richiesto.
Il secondo scotto da pagare è la compressione del futuro, la nuova dimensione digitale prevede il qui ed ora, assenza totale di spazio e tempo. Possiamo raggiungere qualsiasi luogo, qualsiasi cosa in ogni istante. È stata eliminata l’attesa, il dover procedere per piccoli passi,  se vuoi una cosa la puoi e la “devi” avere subito. Non c’è un futuro a cui pensare, tutto è già disponibile “devi solo selezionare tra le opzioni proposte”.
Ma sognare di realizzare i nostri desideri in un futuro prossimo è ciò che dà senso alle nostre vite, senza un futuro da costruire saremo in balia di una vita insensata.
Se non riesco a pianificare alcun futuro, allora è inutile migliorarsi, studiare, intraprendere, meglio lasciarsi trasportare dal “Digitalesimo”  e vivere il qui e ora!

L’ultimo prezzo da pagare sarà la rinuncia al credito buono.
Se in passato il credito rappresentava una risorsa propulsiva, rivolta a chi era intenzionato a intraprendere azioni per migliorare il proprio status (credito buono). Oggi il credito è sempre più la risposta al consumo effimero (credito cattivo). Proprio la perdita della centralità dell’uomo (contrazione del libero arbitrio) e il ridimensionamento dell’azione per  assenza di futuro, hanno generato una tensione verso un “consumo compulsivo” tutto rivolto all’oggi e alimentato da un credito tossico. Possiamo permetterci tutto, possiamo consumare tutto ciò che desideriamo, basta farlo a debito.

In conclusione
La nostra struttura mentale non potrà mai comprendere la bontà, o meno, di questa ennesima virata  dell’uomo. Avremo un mondo fondato su nuove credenze, nuovi modi di sentire e di vivere in società, proprio come accadde con l’umanesimo. Per questo non ci sono giudizi da esprimere ma solo scenari da ipotizzare per riuscire a intravedere dove stiamo andando.
Il Digitalesimo è inarrestabile, non si può fermare, anche se  conoscerne le alterazioni può aiutarci ad attraversare la mutazione verso il nuovo mondo  con minori difficoltà.
Allora possiamo ancora fare qualcosa?
Certo!
Possiamo provare a fare un primo passo: riappropriarci dell’elemento propulsivo della vita moderna, rientrando nel pieno  controllo delle nostre finanze.
Dobbiamo partire dalle nostre finanze, controllare l’economia della nostra famiglia, divenire soggetto e non oggetto dei consumi, pianificare risparmi periodici  evitando i debiti indotti, finanziarsi per investire non per consumare. Come per l’Umanesimo anche con il Digitalesimo la partita si giocherà sul controllo delle nostre risorse economiche.
Essere finanziariamente consapevoli è l’unica  strada per tornare ad essere artefici del proprio destino.

 

Nota di sintesi:
Pre-Umanesimo: uomo nelle mani del fato (caso).
Umanesimo: uomo che domina il mondo.
Post-Umanesimo: la tecnica che governa l’agire umano.  

 

 

Cristofaro Capuano 

(Financial coach)

 

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