"In ogni viaggio si portano con sé radici d’albero e di fiori
e un seme per piantare una speranza che germogli"
Orizzonti diversi
Un nuovo modello espositivo: il Temporary Museum di Amsterdam
Nei mesi di settembre ed ottobre 2021, il Westerpark, uno dei parchi pubblici più visitati di Amsterdam, ha ospitato il Temporary Museum: un nuovo modello di spazio espositivo curato dall’associazione culturale Unfair™ . 1
Il collettivo si caratterizza per un approccio artistico fresco ed innovativo: Unfair™ mira a valorizzare artisti locali attraverso la produzione di progetti dal tono più informale, alternativi alla proposta culturale di gallerie e musei. Uno degli eventi che li ha maggiormente distinti, nel corso degli ultimi anni, è la biennale Unfair: nata nel 2012 dalla collaborazione dei tre artisti olandesi Boris de Beijer, Peter van der Es ed Adam Nillissen, è un affascinante ibrido tra fiera e festival d'arte contemporanea.
Durante ogni edizione, circa quaranta artisti locali sono invitati a presentare un progetto espositivo e vendere il proprio lavoro, in totale indipendenza. Inoltre il programma prevede l’organizzazione di conferenze, Dj set e performance.
Quest’anno per la prima volta, Unfair™ ha costruito un museo temporaneo: il padiglione, progettato dall'architetto Tomas Dirrix, è diventato un nuovo luogo d’incontro per artisti, collezionisti ed un pubblico eterogeneo. Con diversi scorci sul parco, il Temporary Museum è stato concepito come una monumentale installazione pubblica ed allo stesso tempo come spazio in cui natura e cultura dialogano armonicamente.
Il programma espositivo si è composto di tre mostre personali, organizzate in collaborazione con gli artisti coinvolti nel progetto: Arash Fakhim, Valentina Gal e Iriée Zamblé. La mostra di apertura Curtain strokes and lavender scented candles, solo show di Arash Fakhim (’87) ha trasformato il museo in un luogo intimo di memorie personali e collettive. Spaziando tra diversi media, Fakhim indaga i concetti di tempo, memoria e segni che le persone lasciano nel loro ambiente quotidiano. In Curtain strokes and lavender scented candles, una vecchia tenda diventa testimonianza di una vita passata, impressa nella luce, nelle cuciture e nelle macchie che la abitano.
Il tempo è uno degli strumenti che Arash Fakhim utilizza per realizzare le sue opere. Tecnica molto cara all’artista è la cianotipia: un tipo di stampa a contatto mediante raggi UV, caratterizzata dal tipico colore Blu di Prussia. Le sue opere tessili sono ulteriormente cucite in tableau più grandi, per i quali l'artista ha lavorato insieme a sua madre indagando i suoi disegni d'infanzia.
Valentina Gal (’94) è una grande conoscitrice del digitale e delle sottoculture che ne derivano. La Gal vede un’analogia tra le simulazioni perfette che quei mondi hanno da offrire e il modo in cui le persone perdono completamente la connessione con la realtà. Con le informazioni che raccoglie online crea opere ed installazioni che sfidano il confine tra reale e digitalizzato, soggetto e oggetto, utopia e distopia.
Durante la mostra The brightest Flame casts the darkest Shadow, lo spazio si è trasformato un luogo con le sue regole in cui gli oggetti che lo popolano si animano e gli schermi di diversi supporti digitali si rompono o si modificano nella forma. L’esposizione presenta diverse possibilità di “vivere” il mondo digitale, rivelando aspetti affascinanti ed allo stesso tempo i suoi lati più oscuri.
Iriée Zamblé (‘95) trae ispirazione dalla vita quotidiana: un incontro casuale può divenire fonte d’ispirazione per un nuovo dipinto. L’artista descrive il suo interesse per i piccoli dettagli come un modo di analizzare la coolness e la sua natura.
Il concetto ha radici africane, precisamente nella lingua del popolo Yoruba (presente soprattutto in Nigeria), che dal XIV secolo è dotata di un lemma speciale, Itutu ed indica la bellezza fisica associata a una calma e un portamento rilassato. Cool. Zamblé esamina il suo significato e trova un esempio ispiratore in un ritratto di sua nonna. L’immagine ricorda un tipico studio fotografico dell'Africa occidentale. La donna è sorridente amichevole, il suo atteggiamento è distinto ed autorevole.
Il portamento rivendica inconfondibilmente il suo posto nella foto ed anche nella storia. Nucleo principale della mostra Ensemble è infatti la celebrazione della cultura africana e la sua rivendicazione nella storia, attraverso l’osservazione di dettagli ed atteggiamenti spesso trascurati.
Attraverso una proposta espositiva diversificata, il Temporary Museum si è dimostrato a mio avviso un progetto vincente, un nuovo canale di connessione tra pubblico ed artisti emergenti. Sempre in modo invitante, ravvicinato e personale.
Ginevra Russo
(Manager ART3035 Gallery)
1 https://unfairamsterdam.nl/projects/
Photo: Matthijs Immink
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