freccia arancio

 

"Il ricordo talvolta riporta ai sensi il nome di ogni cosa…"

 

Stephen Dedalus

Reggendo la punta delle ali

 

Lo spettatore si rende conto, mentre assiste allo spettacolo della vita -  sullo schermo o a teatro - di stringere insieme presente e passato, esperienze lontane e futuri presagi, in tacite affinità che emanano la vita presente, quella quotidiana fatta di affanni e di speranze.
Chi ignora il passato ignora anche il presente, per questo lo spettatore si affanna a carpire i misteri del suo sguardo. Lo spettatore lo sa, talvolta impone una propria dittatura, occorre che la sua visione resti costante nel tempo e nel perimetro del suo caleidoscopio. La pagina del suo racconto registra e trascende l'oggettività del suo Sogno.
In questa sorta di umanesimo post-moderno ho costruito fin da ragazzina una specie di spettacolo ideale, anche grazie ai discorsi pressoché quotidiani che a tavola intrattenevo con la mia famiglia, un po’ tutta immersa nella magia del cinema e del teatro. Film e letture, teatro visto dal vivo e in Vhs e Dvd (con relative lezioni come ne La trilogia della villeggiatura di Goldoni, diretta da Servillo) rapporti con registi, attori e attrici, che il CineClub “Vittorio De Sica”-Cinit (fondato con quattro amici di mio padre, quasi 28 anni or sono) ha portato nelle sale cinematografiche di Rionero in Vulture e non solo, e quindi a contatto con studenti di ogni ordine e grado, nei centri sociali di anziani e nelle carceri.
Esperienze che ho vissuto in prima persona negli ultimi 25 anni, arricchite anche dalla mia presenza da giovanissima uditrice-spettatrice neanche maggiorenne, alla Mostra del Cinema di Venezia. Tali esperienze hanno accresciuto il desiderio di avvicinarmi al mondo della recitazione.
Fondamentale tra le tante, quella guidata dalla curiosità e non da sollecitazioni e tendenze del momento, ed è stata alla base dell'intero movimento che ha animato autori di avanguardia e non omologati, come catarsi e sublimazione del pensiero espressa nell'arte scenica.
Recitare è, secondo la mia visione, un atto vitale e necessario, di estrema verità, dedizione, di continua ricerca ontologica.
È coraggio verso se stessi e amore verso il pubblico perché bisogna aver coraggio per solcare anche i meandri più bui dell’anima, raccogliere ciò che abbiamo trovato ed esprimerlo donandolo agli altri.
Come sosteneva il grande Orson Wells, «La recitazione è come la scultura. Cioè, si tratta di eliminare il superfluo per far emergere la verità. È questa la recitazione! Un’interpretazione davvero grande e riuscita è merito esclusivo dell’attore, dipende da quello che ha lasciato in camerino prima di affrontare la macchina da presa. Per dare vita a un personaggio non basta un buon trucco. Truccarsi è necessario, ma quel che davvero serve è spogliarsi, scrollarsi di dosso il superfluo e offrire al pubblico quella parte di noi che corrisponde al personaggio. […] Dunque l’attore è colui o colei che riesce ad espellere da sé ciò che può interferire con quella verità». 

Altra mia grande passione è la scrittura, la poesia ha sempre fatto parte della mia vita: le scrivo sin dalla tenera età, e la mia raccolta Regine di sogni pubblicata nel 2000 è stata insignita di diversi premi. Collaboro con diverse testate (sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti pubblicisti).
Di recente, un mio articolo sulla rivista “Cabiria-Studi di Cinema diretta da Marco Vanelli, è stato pubblicato nel numero speciale dedicato al centenario di Pier Paolo Pasolini.
La mia relazione su Sinisgalli e il cinema è stata invece inserita nel volume Conoscete quest’uomo (Scalpendi Editori) vincitore del Premio Pavese nel 2012.
Oltre ad aver lavorato in diverse produzioni cinematografiche, televisive e teatrali spesso svolgo docenze in Storia e critica del Cinema presso l'Unilabor e i Licei mediante progetti ad hoc.
Faccio parte del direttivo del Cineclub “V. De Sica”-Cinit con l’organizzazione di mostre cinematografiche, lezioni e laboratori di cinema nelle scuole e nelle carceri. Ho presentato film d’autore e mi occupo delle relazioni esterne in diversi eventi e festival cinematografici, con la presenza anche nelle Giurie di CinEtica XXVI edizioni; Migrant Film Festival di Palazzo San Gervasio; Foggia Film Festival, Monticchio CineLaghi. E ancora, nella giuria del Film Fest. Idee dal Mondo di Montemilone, prima rassegna cinematografica di cortometraggi rurali.
Ho presentato diversi registi ed attori in queste manifestazioni, che hanno il pregio di portare il cinema in borghi dove il cinema non ci è mai stato, oppure è uno sbiadito ricordo. La visione collettiva del cinema è infatti da decenni la prerogativa del CineClub “V. De Sica”, ormai ritenuta una realtà a livello nazionale e non soltanto.
Il 2017 è stato un anno importante: arriva per me il Premio ISPEC Cultura consegnatomi da Davide Rossi (Presidente ISPEC) durante il Festival Internazionale di Locarno, nella cerimonia al Rivellino di Locarno, diretto da Arminio Sciolli, con una motivazione di cui sono onorata: «la consapevole scelta di lavori dal forte impegno sociale, civile e politico, tanto in campo teatrale, quanto cinematografico, rappresenta quelle generazioni mediterranee che nel dialogo tra le culture e nella costruzione di spazi condivisi riconoscono non solo una forza espressiva dirompente, ma anche il necessario territorio comune per l’edificazione di un domani solidale».
Alcuni dei lavori dall’impegno sociale, civile e politico a cui ho preso parte toccano tematiche quali l’emigrazione come nel film Mineurs di Fulvio Wetzl, al fianco del grande Franco Nero: è la toccante storia di uomini del Sud-Italia, in particolare di paesi lucani, costretti ad emigrare in Belgio per lavorare nelle miniere; pregio del film (che ha aperto il Giffoni Film Festival del 2006), è il racconto delle migrazioni dal punto di vista dei bambini.
Anche la performance Stranieri che, partendo dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione al Congresso Americano del 12 ottobre del 1912, ricorda come gli italiani erano accolti negli Stati Uniti di quegli anni tracciando un parallelismo con l’immigrazione in Europa dei tempi moderni; lo spettacolo  Il sogno americano inerente la storia di riscatto del lucano Mike Rienzi partito povero da ragazzo alla volta di New York dove riesce a diventare un noto imprenditore impegnato anche nella ricerca sanitaria. Ed ancora, lavori cinematografici sul bullismo proiettati nelle scuole e sulla violenza contro le donne nel film Stige di Amila Aliani.                   
Il mio costante impegno sociale civile e politico riguarda anche le diverse iniziative che promuovo con il CineClub “V. De Sica”-Cinit attraverso la divulgazione di opere cinematografiche.
Questa motivazione è per me molto importante perché parla di dialogo tra le culture e costruzione di spazi condivisi, una visione a cui sono dedita da sempre.
Il mio cosmopolitismo è anche interiore: le conoscenze, gli interscambi mi portano ad un continuo confronto con realtà altre, cosa fondamentale ed estremamente arricchente; tale visione è in continua simbiosi con tradizione e origini, e la forza sta proprio in questo: un filo conduttore di questa ricerca è l’aver segnato la mia terra, la sua antica emarginazione con la volontà di emancipazione tipica dei paesi in via di sviluppo.
Delle mie origini lucane porto l’umiltà e la forza di una terra antica connotata da secolari migrazioni che è aperta all’accoglienza e a nuove esperienze: Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019 ne è una prova; come artista e promotrice mi piace ricordare quanto citava Davide Rossi sul lavoro del CineClub “V. De Sica”: di aver portato la Basilicata alla Mostra del Cinema di Venezia e Venezia in Basilicata, mediante le numerose rassegne di cinema d’autore con la presenza di registi, attori e critici.
Il mio lavoro ha contribuito a portare nella nostra realtà autori ed opere alquanto sconosciuti provenienti da realtà fino ad allora poco percepite, che ho a mia volta anche riversato nelle mie esperienze di attrice ed autrice.
La Basilicata e il Sud sono presenti anche nei miei lavori di tesi all’Università: Origini e sviluppo del teatro lucano per la Laurea in Scienze della Comunicazione (relatore il Prof. Lucio Attorre) mentre a conclusione della laurea in Filologia Moderna la mia tesi in Teoria e Storia del Linguaggio Cinematografico era imperniata su madri e figlie nel cinema del Sud (relatrice, la Prof.ssa Manuela Gieri).
L’interesse e il desiderio di andare in altre realtà è estremamente rilevante ma ancora più forte è il voler contribuire alla valorizzazione della propria terra e il master in Cultural Management frequentato a Matera (all’interno dei suggestivi spazi del Musma, il Museo della scultura contemporanea) nel 2007 dedicato all'ambito dell'organizzazione, dei progetti e degli eventi nel settore dello spettacolo, mirava proprio a questo. Come lavoro conclusivo organizzammo lo spettacolo di arti performative PetraMorphosis nello splendido complesso di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci ispirato alle Città Invisibili di Italo Calvino.

Vorrei concludere questo articolo con un ricordo personale: il saluto di bambina fatto a Monica Vitti e al grande Walter Chiari. Napoli, prestigioso ristorante “Zi’ Teresa sul mare”, era fine anni ’80: la Vitti era seduta al tavolo con Walter Chiari ed altri loro amici. Ci avviciniamo per un ossequioso saluto.
Lei si alza e ricambia, salutandomi con un bacio. Un sorriso per nulla formale. Lo stesso che l’ha caratterizzata sulla scena, così come nella vita. Quella carezza la conservo come una benedizione.

 

Chiara Lostaglio
(Attrice e scrittrice)

 

 

 

Dante 2

Con Zhang Yimou - Pres

 

 

Dante 2

Foto premiazione ISPEC

 

 

Dante 2

Set Mineurs

 

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