"Sono le note, come uccelli che si sfiorano, che si inseguono

salendo sempre più in alto, sino all’estasi…"

 

Ultime "note"

 

Spartito

Un breve componimento musicale (a suon di scalette!) in omaggio

al Circolo culturale La Scaletta

Ascolta il brano!

 

 

Il Manviolino

  

Il Manviolino nasce dall'esigenza di avere dallo stesso strumento un suono ad arco e a plettro. Si può definire un mandolino ad arco, oppure un violino coi tasti perché sfrutta alcune caratteristiche di entrambi.
A tal proposito i due strumenti, unificandosi, perdono la loro forza individuale per acquistare una nuova identità. Il guscio del mandolino che permette alla corda pizzicata di vibrare di più nella conca d' aria, si presta al piano armonico del violino piegato alla sua forma, un piano armonico originale che presenta una bombatura a spiovente creata dall'unione di due piani di abete incollati, in analogia con la tavola armonica del mandolino che presenta una piegatura dello stesso piano ma nel verso contrario, dopo il ponte, per fare da contrafforte alla tensione delle corde.
Nel manviolino il contrafforte a spiovente che segue la linea centrale della tastiera è necessario per la pressione del ponte.Il mandolino non ha un' anima, il manviolino sí, ereditata dal violino, un cilindretto di abete incastrato tra piano e fondo che permette la propagazione omogenea delle vibrazioni per via del suono continuo generato dall' arco. I tasti sono in plastica perché in metallo rovinano le quattro corde lisce di violino, le corde zigrinate di mandolino invece non sono adatte perché non producono un buon suono con l' arco.
Per ottenere il suono a plettro alternato a quello ad arco, un plettro è attaccato al dito medio, meno efficace del plettro mantenuto tra pollice e indice nel suonare il mandolino, come più debole è la produzione del suono col piccolo archetto rispetto all'arco del violino.
Altresì, per permettere il suono ad arco,  la tastiera del mandolino diventa bombata come quella del violino così come il rispettivo ponticello.
Al posto del riccio del violino, all'estremità del manico un corno caratterizza l' identità napoletana dello strumento. La forma siffatta, simile in gran parte al mandolino, venuta fuori da diversi esperimenti è pensata per integrare al meglio le due caratteristiche degli strumenti, ciò non toglie che una forma diversa possa comunque dare lo stesso risultato sonoro, se non migliorarlo.

La necessità di avere una tecnica mista e alternata di arco e plettro, proviene dalla mia personale difficoltà di suonare il violino, comparata alla contrapposta maggior predisposizione che avevo verso il mandolino.
Quando mi diplomai in mandolino presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, il bisogno di produrre un suono ad arco si fece sempre più forte, il che mi portò a ripensare al violino ma con l'idea di piegarlo alla tecnica del mandolino. Trovai il giusto compromesso che mi permise di suonare il violino come un mandolino e scoprii che attaccando il plettro al dito potevo alternare, anche se in maniera limitante, le due tecniche.

 

Pierangelo Fevola

(Maestro di Mandolino)

 

freccia arancio Torna all'indice

 

 

Social

facebook     instagram     youtube

newsletter

 

Inserisci il tuo indirizzo email per ricevere le notizie dal Circolo "La Scaletta" sulla tua posta elettronica.