Giuseppe G. Stasi, DanteDí
Tecnica mista, 2021
"Troveremo sempre risposte parziali che ci lasceranno insoddisfatti
e allora continueremo a cercare"
Editoriale
Di cosa siamo fatti, qual è la nostra sostanza, se a migliaia le ombre ci circondano?
Il nostro corpo è impresso nel mondo, ed il mondo tale come lo riconosciamo, è impresso nel nostro corpo. Ma fragile e vulnerabile per natura, non è nel corpo che risiede la nostra verità. Ad esercitare il suo dominio sul nostro corpo è lo spirito.
Il nostro coraggio, le nostre paure e le angosce, i nostri sentimenti, l’amore e l’odio, ogni nostra azione che determina e da’ forma al mondo non sono da attribuirsi al corpo, bensì allo spirito.
Quando un corpo cade, cede, si piega, a resistere è lo spirito, la scintilla che illumina la mente.
Tutto ciò che oggi ci appare così solido e certo, fa parte in realtà di un continuo formarsi, distruggersi e ricrearsi che caratterizza la storia, e il passato viene identificato come un paradigma, un baluardo della tradizione, una terra da difendere e preservare, da sostenere per poter accedere al futuro.
Noi siamo plasmati dai nostri pensieri e dai nostri ricordi.
I nostri pensieri sono la nostra realtà. I nostri ricordi, un’eredità di generazioni vissute e passate nei nostri pensieri. Ma se non possiamo mantenere in vita tutti i nostri ricordi, ci sarà allora sempre dentro di noi un luogo che è stato cambiato da questi ricordi.
E ci si ricorderà poi, di quel luogo e del tempo della nostra vita che vi abbiamo passato.
Quando rimaniamo soli ciò che resta non è soltanto oscurità. Quando un ricordo viene evocato è una fiamma che si accende per vincere l’oblio. E’ un fertile seme di coraggio, una spiga che si innalza a toccare il cielo.
La natura delle storie, dei ricordi, è sempre particolare.
La vita ci appare abbastanza familiare almeno fino a quando non cominciamo a raccontarla a qualcun altro. Ed allora notiamo sul viso di chi ascolta lo stupore.
Solo nel viverla la vita appare ordinaria, nel raccontarla invece essa assume degli aspetti straordinari estranei anche a noi stessi. Ma una storia comincia dove comincia il viaggio di un uomo: tra le ombre e le difficoltà della vita, e tra le gioie.
Basta allora pensarla che corre, la vita, in un paesaggio da sempre il più caro, in un giorno di festa, al mattino, nell’aria lieve.
Compiere una scelta: colpire il tempo ai fianchi
Questo è un universo quantico, non è casuale, e non è predeterminato. Ogni secondo dischiude una nuova possibilità. Tutto quello che si può fare, che possiamo fare, è intervenire.
Ogni attimo che passa l’universo si frantuma in milioni di possibilità, e la maggior parte di queste poi, non si verificherà mai. Non è un uni-verso, non c'è mai una sola lettura.
La storia non si ferma e non arretra, va avanti a raccontarsi, in attesa di un intervento che cambi il corso degli eventi. Le nostre vite, le nostre scelte sono un intervento.
Esiste un momento preciso nel tempo in cui le nostre scelte diventano determinanti.
Scelte più o meno azzardate di quelle di milioni di altre persone che prima di noi, hanno abbandonato mondi conosciuti per andare incontro all’ignoto, pieni di paure ed esitazioni, per poi ritrovarsi già in viaggio, in un cammino segnato da impronte e ricordi: quello che avevi, quello che hai perso, quello che hai trovato o quello che hai scoperto…
E non importa se la sfida è difficile o impossibile. In quel momento il tempo è diventato un ponte e noi l’abbiamo attraversato.
Quando partiamo per un viaggio ne cominciamo al tempo stesso un altro.
Il primo ha una meta precisa ed una sua traiettoria, l’altro è imprevisto e sconosciuto, e anche se questo secondo viaggio può essere segnato su una mappa, non esiste chi sia riuscito davvero a tracciarlo, perché è un viaggio che ciascuno deve compiere da solo, e segnarlo nel segreto della propria anima.
Troveremo dunque, sempre risposte parziali che ci lasceranno insoddisfatti e allora continueremo a cercare.
I Quaderni de La Scaletta nascono così, per accostare una coppa di parole alle labbra indifferenti del tempo. Parole da lasciare a guardia dei silenzi, per vedere ciò che può esserci dall'altra parte, perché la vita ha spesso un significato che ci sfugge.
Un viaggio verso qualcosa. Qualcosa di aperto, occupabile.
Qualcosa a cui si può parlare, forse una realtà diversa a cui rivolgersi.
Come il momento, dove mentre tutto si disperde nel mondo, la memoria serba ancora la bellezza di un volto e di una storia, una fame di luce, occhi lontani che versano la loro chiarezza, dolce e leggera, un desiderio ostinato di vita prima del silenzio. Per resistere e restare uomini, e gettare, se necessario, tutta la vita sulla grande bilancia del destino.
E lasciare sul margine delle pagine, la luce di tutte le cose che passano e di quelle non ancora accadute.
Scrivere per scoprire, per sapere ciò che non si conosce prima di scriverlo, per capire quello che inizialmente a noi è incomprensibile.
Sapendo che c’è sempre, nel tempo che scorre, qualcosa che non sarà colto, che non può essere descritto, che sopravvive alla nostra ardente attenzione, alle nostre teorie critiche, alle nostre discussioni intorno alla natura delle ombre.
Pagine che vorremmo abbastanza trasparenti da trasmettere la luce vera della nostra vita, con una forma reale per un viaggio immaginario che abbia anche il distacco di un’opera d’arte.
Divisi in rubriche, i Quaderni saranno dedicati a memorie e riflessioni dell’oggi, nuovi sguardi e pensieri futuri, voci di dentro e voci di fuori.
E a Matera, città sospesa sul vuoto dei secoli, dove il nuovo passa e l’eterno resta.
Edoardo Delle Donne
Rubriche
Massimo Cacciari
"Le cose più importanti nella vita delle persone sono i loro sogni e le loro speranze,
ciò che hanno realizzato e pure quello che hanno perduto"
La nascita del Circolo e l'incontro con Lucio del Pezzo
Michele De Ruggeri
"I nostri sguardi, le nostre parole, restano il confine che di continuo cambia
tra le cose andate e quelle che vengono"
Francesco Butturini
"Consegnare il giorno di oggi a quello di domani
custodendo la memoria delle tempeste"
Il “labirinto” di Rocco Fontana che lega Matera a Montemurro
Biagio Russo
"Perché gli uomini creano opere d’arte?
Per averle a disposizione quando la natura spegne loro la luce"
Edoardo Delle Donne
"L'arte che si sottrae al flusso perenne per divenire forma,
è ciò che opponiamo alle tentazioni del caos"
Del far mostre. Qualche riflessione di uno storico dell’arte di altri tempi…
Alessandra Ghidoli
"In ogni viaggio si portano con sé radici d’albero e di fiori
e un seme per piantare una speranza che germogli"
“Art comes from everywhere. It is your response to your surroundings” (Damien Hirst)
Ginevra Russo
"Immaginazione e connessione hanno reso l’uomo un essere speciale"
Strumento o fine: il ruolo del denaro nell’evoluzione umana
Cristofaro Capuano
"Ogni forma di cultura viene arricchita dalle differenze, attraverso il tempo,
attraverso la storia che si racconta"
Le Regioni tra utopia e realtà
Tito Lucrezio Rizzo
"Ogni cosa porta per sempre in sé l’impronta di ciò che è stato prima"
Un progetto attraverso il tempo
Maria Onorina Panza
"Le parole non sono la fine del pensiero, ma l'inizio di esso"
"Sono le note, come uccelli che si sfiorano, che si inseguono
salendo sempre più in alto, sino all’estasi…"
Il Manviolino
Pierangelo Fevola
Coordinamento del progetto
I Quaderni sono un progetto del Circolo culturale La Scaletta
Responsabile: Paolo Emilio Stasi
Curatore: Edoardo Delle Donne
Editing e revisione testi: Valentina Zattoni
Segreteria: Gabriella Sarra
Il logo dei Quaderni è stato ideato da Francesco Mitarotonda.
La veste grafica è a cura di Giuseppe Vizziello.
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