freccia arancio

 

"Il tempo si misura in parole, in quelle che si dicono e in quelle che non si dicono"

 

Zibaldone tascabile

Pensieri e pensatori di oggi e di ieri

 

« Io non credo alla poesia come "consolazione", ma come moto a operare in una certa direzione in seno alla vita, cioè "dentro" l’uomo.
Il poeta non può consolare nessuno, non può "abituare" l’uomo all'idea della morte, non può diminuire la sua sofferenza fisica, non può promettere un eden, né un inferno più mite…
Oggi poi, dopo due guerre nelle quali l’eroe è diventato un numero sterminato di morti, l’impegno del poeta è ancora più grave, perché deve "rifare" l’uomo, quest’uomo disperso sulla terra, del quale conosce i più oscuri pensieri, quest’uomo che giustifica il male come una necessità, un bisogno al quale non ci si può sottrarre…
Rifare l’uomo, è questo il problema capitale. Per quelli che credono alla poesia come a un gioco letterario, che considerano ancora il poeta un estraneo alla vita, uno che sale di notte le scalette della sua torre per speculare il cosmo, diciamo che il tempo delle speculazioni è finito. Rifare l’uomo, questo è l’impegno».


 - Sulla poesia contemporanea, 1946 -

 

Salvatore Quasimodo
(Premio Nobel per la Letteratura, 1959)

 

 

 Ascolta il testo con la voce di Carla Latorre

  

 

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