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 "In ogni viaggio si portano con sé radici d’albero e di fiori
e un seme per piantare una speranza che germogli
"

 

Orizzonti diversi

Guido van der Werve: Palpable Futility. 

La prima retrospettiva dedicata all’artista all’Eye Film Museum di Amsterdam  

  

L’Eye Film Museum di Amsterdam ha inaugurato la programmazione del 2022, lo scorso febbraio, con la mostra Palpable Futility dedicata al filmaker e performer Guido van der Werve (1977, Papendrecht NL; roofvogel.org).  Aperto nel 2012, l’Eye Film Museum di Amsterdam è un museo del cinema e centro di studi e restauro tra i più importanti al mondo. Il centro è ospitato da un edificio contemporaneo firmato dallo studio austriaco Delugan Meissl che ha ridisegnato lo skyline della zona a nord della stazione centrale (www.eyefilm.nl).

Resistenza fisica, musica e natura selvaggia sono componenti fondamentali del lavoro di van der  Werve. Formatosi come pianista classico, l’artista olandese compone la musica per molti dei suoi  film.
La retrospettiva presenta un’ampia selezione di opere, dal suo primo film nel 2003 a lavori  più recenti. Blocchi creativi ed emotivi si intersecano con domande esistenziali ed avvenimenti storici. Nel suo percorso creativo si fondono elementi autobiografici con musica classica, sport  estremi, scacchi e natura. Van der Werve ricopre spesso il ruolo di protagonista all’interno delle sue visioni metafisiche.
Nel cortometraggio Nummer acht, in una vasta distesa di ghiaccio si scorge l’artista solitario che arranca mentre si avvicina un’enorme rompighiaccio. Documenta le sue imprese al limite, mentre combatte con se stesso. Caratterizzati da uno stile severo, i suoi lavori rivelano simultaneamente  un’inclinazione romantica ed ironica. 
La mostra presenta anche il lavoro Nummer dertien, trilogia di video Home, Emotional Poverty You’re always only half a day away.
Per circa venti giorni l’artista intraprende un viaggio di 1.700 km dalla Polonia alla Francia a nuoto, in bicicletta e in corsa verso la tomba di Frédéric Chopin, il  compositore polacco sepolto a Parigi, che espresse come ultimo desiderio prima di morire che  il suo cuore fosse riportato in patria, nella chiesa di Santa Croce a Varsavia.
Una sorta di preghiera composta da van der Werve accompagna più narrazioni che s’intrecciano: il suo  nostalgico viaggio, un irreale ritorno nel suo paese d’origine, ed una sorta di documentario su  Alessandro Magno, morto lontano da casa come Chopin.
In Emotional Poverty la  consapevolezza del “non ritorno” e la possibilità di fallire sono gli input per delle imprese fisiche  radicali.
Nel video You're always only half a day away van der Werve corre intorno alla sua casa  per dodici ore senza fermarsi sfidando se stesso e l’attenzione dello spettatore. Caratteristica stilistica ed estetica, che accompagna la sua pratica, è un’ironica sobrietà che riesce a  bilanciare l’atmosfera malinconica delle sue imprese. Una costante ricerca di emozioni  conflittuali, che attraverso i film viene ri-contestualizzata, alleggerita, resa più tollerabile.
L’artista sta attualmente lavorando a un nuovo film Nummer achttien, mosso dal suo  coinvolgimento in un grave incidente stradale. Altamente autobiografico, il film affronta, tra l'altro, il suo difficile percorso riabilitativo. La mostra presenta anche nuovi lavori tratti da  Nummer achttien.
Guido van der Werve vive attualmente tra Hassi (Finlandia) e Berlino.

 

Ginevra Russo

(Manager ART3035 Gallery) 

 

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