
Gabriella
Matera, mostra di grafica di Oleg Jakhnin
In occasione della visita alla città dei Sassi da parte di una delegazione di dodici cultori d'arte russa, presso il Circolo La Scaletta di Matera si inaugura oggi - giovedì 7 maggio - alle ore 19.00 (Via Sette Dolori, 10 - Rioni Sassi), una mostra personale di Oleg Jakhnin, professore e capo del Dipartimento di Grafica del St. Petersburg Institute for Arts and Craft, che coordina le attività artistiche del gruppo.
Matera, Teresa De Ruggieri riceve il premio "Cinquantanni de La Scaletta"
Il 28 agosto scorso presso l'Albergo Italia, i soci del Circolo La Scaletta, nell'ambito delle celebrazioni per il 50° anniversario dalla sua fondazione, hanno premiato la socia fondatrice Prof.ssa Teresa De Ruggieri.
All'insigne studiosa e ricercatrice, pioniera dell'attività teatrale, vera calamita di memorie è stato conferito il Premio "Cinquantanni de La Scaletta" con la seguente motivazione: "Osserva con gli occhi della Mente, comprende con la forza del Cuore, parla con la voce della Ragione, ci abbraccia tutti con la generosità dell'Amore".
Detto premio consiste in un piccolo gioiello realizzato in oro dall'orafo Simeone (il distintivo del Circolo montato su spilla) a simboleggiare l'unione che la premiata ha saputo realizzare tra i soci del medesimo Circolo, incarnandone così ideali e valori.
"Bisogna riconoscere la genialità della nascita del Circolo La Scaletta in un momento storico particolare ma non ci si può fermarci qui - ha detto la relatrice dott.ssa Bruna Lapolla - e questo è un invito a tutti coloro che hanno voglia di lavorare insieme poiché il ns. patrimonio deve essere consegnato ai posteri, a quelli che hanno a cuore le sorti di Matera.
Il Presidente della Repubblica Napolitano incontra i soci del Circolo La Scaletta nella sede Musma
Questa mattina, il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in visita a Matera, ha incontrato i soci del Circolo Culturale La Scaletta nella sede del MUSMA - Museo della Scultura Contemporanea. Il Capo dello Stato era stato invitato dal Circolo in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario dalla sua fondazione; l'illustre ospite ha ricevuto in dono un piatto in maiolica raffigurante il "Carro della Bruna", realizzato dal socio Peppino Mitarotonda.
Ecco il testo del messaggio di benvenuto formulato dal Past President e socio fondatore Michele De Ruggieri, che gli ha consegnato la spilla d'oro del Circolo in qualità di socio onorario:
"Grazie, Signor Presidente della Repubblica, di aver accettato il nostro invito in occasione dei 50 anni di vita del Circolo La Scaletta.
In questa città nell'immediato dopoguerra abbiamo vissuto un momento esaltante prodotto non solo dalla ritrovata libertà democratica, ma alimentata anche dalla presenza di uomini che univano all'impegno politico un forte messaggio culturale. Abbiamo così avuto la possibilità di dialogare con persone come Umberto Zanotti Bianco, Carlo Levi, Adriano Olivetti, Manlio Rossi Doria (solo per fare per brevità qualche nome) e politici come Michele Guanti, Michele Cifarelli ed Emilio Colombo che da subito sono stati a noi di stimolo e di aiuto. Soprattutto mi preme ricordare Rocco Mazzarone, nostro padre spirituale, che, con gli altri, ci convinse a rimanere radicati sulla nostra terra ricca di risorse che chiedevano e chiedono solo di essere riscoperte e valorizzate.
Credo proprio, Signor Presidente, che abbiamo compiuto un buon lavoro dimostrando che nel nostro Mezzogiorno ci sono forze vive e vitali. Oggi il nostro desiderio è quello di trasmettere ai giovani questi convincimenti e questi impegni. Giovani che sono oggi terribilmente preoccupati per le incertezze del loro futuro. La Sua presenza ci gratifica e ci dà forza sia per quello che Lei rappresenta e sia per quello che Lei è: un uomo della nostra terra."
Successivamente, il Presidente Napolitano - incontrando gli amministratori locali - ha partecipato, a Palazzo Lanfranchi, ad un incontro sul tema "Turismo e Cultura". Ecco il testo dell'ìintervento del Presidente del Circolo La Scaletta, Nicola Rizzi:
Alcune interessanti considerazioni sul rapporto tra turismo, cultura ed economia a Matera sono già contenute nello studio sul "Villaggio preistorico di Murgia Timone" pubblicato nel lontano 1960 dal circolo "La Scaletta". Nell'ultimo paragrafo di questo studio si afferma:
"Se lo sviluppo dell'itinerario turistico materano potesse ampliarsi ed organizzarsi meglio, si sarà combattuta un'altra battaglia per la rinascita economica del nostro vecchio e afflitto paese. Ricordiamoci che la utilizzazione turistica del nostro patrimonio artistico, storico e sociale può contribuire sorprendentemente alla lotta contro la depressione economica"
Questo convincimento è ancora oggi valido ed è supportato dalla bontà dei risultati conseguiti. L'azione svolta in un cinquantennio di sensibilizzazione della comunità ad apprezzare il valore identitario del luogo attraverso la realizzazione di presidi e l'organizzazione di eventi culturali, ha contribuito in modo significativo a promuovere l'interesse della città verso la conoscenza e lo studio del territorio, avendo sempre come obiettivo la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, elementi di sviluppo economico e sociale delle comunità. Il nostro impegno civile, l'impegno per la "polis" è stato sempre teso alla difesa della identità culturale della comunità sostenendo che Matera non era vergogna, non era infamia, ma una cellula ancora vitale e rappresentativa della intera umanità.
La presa di coscienza di questi valori ha rappresentato una vera "rivoluzione culturale" il cui esito ha visto l'inserimento dei Sassi di Matera e il prospiciente altopiano murgico quale riconosciuto patrimonio dell'umanità tutelato dall'Unesco. Pertanto, se si valorizzano i beni ambientali, storici e culturali di un territorio, risulta più agevole attrarre i flussi turistici e, dunque, creare sviluppo economico.
Un esempio concreto della coerenza dell'impegno profuso in questa direzione è offerto dalla Fondazione Zetema con la realizzazione del progetto denominato "Distretto Culturale dell'Habitat Rupestre della Basilicata" che valorizza i presidi culturali della linea bradanica da Metaponto fino a Melfi, passando per Matera. Su questa strada maestra, siamo felici di poterlo affermare, esiste una pluralità di soggetti e di iniziative finalizzata a esaltare il valore di autenticità che il territorio lucano possiede.
Molte associazioni sono sorte nella nostra città che, pur operando in settori diversi, non trascurano di dare alle loro iniziative quel valore culturale aggiunto che pone Matera all'attenzione del turismo nazionale e internazionale. Questo fermento ha spinto ultimamente alcune associazioni a dar vita al comitato per promuovere la candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019, ulteriore occasione di sviluppo sociale ed economico del territorio, che, Signor Presidente, ci permettiamo di segnalare alla Sua autorevole attenzione.
In questo cammino non possiamo trascurare l'apporto degli Enti locali la cui collaborazione non è mai venuta meno e auspichiamo che in futuro possa essere ancor più fattiva e concreta, nel rispetto dei valori storici, ambientali e, consentitemi di aggiungere, di quelli urbanistici del nostro territorio. Solo la sensibilità verso la cultura può promuovere progetti ed eventi capaci di favorire lo sviluppo civile, sociale ed economico per noi e le future generazioni.
Come affermò il mio amico Raffaello De Ruggieri, nel discorso da lui pronunciato in occasione della inaugurazione della Cripta del Peccato Originale, "La cultura non può essere considerata un bene inerte. La cultura è condizione dell'esistenza di una comunità e il rapporto con la produzione culturale deve diventare occasione di educazione alla creatività, quale antidoto alle omologazioni, alle mercificazioni, alle massificazioni, alle oppressioni, perché la cultura è per sua natura rivoluzionaria.
La cultura rappresenta, infatti, un fattore essenziale della crescita di una società, perché il livello della cultura si è rivelato il livello nevralgico di ogni trasformazione sociale. In questo senso siamo convinti che il patrimonio culturale deve funzionare come motore educativo e creativo e che il capitale di storia di Matera deve trasformarsi nel ruolo della città per il suo sviluppo".
Abbiamo, infatti, potuto riscontrare nella storia del nostro recente passato, come la cultura sia riuscita a dare un ruolo diverso alla nostra città. I risultati sin qui raggiunti, comunque, non sono un punto di arrivo, ma costituiscono una base per la produzione di nuova cultura e il filo conduttore su cui muoversi per migliorare le condizioni di vita della nostra comunità.
L'obiettivo rimane sempre lo stesso: la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, attraverso lo studio e la ricerca. Questo obiettivo è diventato modello di riferimento nel restauro della Cripta del Peccato Originale e i fecondi rapporti intessuti in questa circostanza, hanno portato il Ministero per i Beni Culturali a scegliere Matera come quarto polo nazionale del restauro e sede decentrata dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e per l'attivazione della relativa Scuola di Alta Formazione, grazie soprattutto all'impegno della Regione Basilicata e del suo Presidente Vito De Filippo, del Comune di Matera e del Sindaco Emilio Nicola Buccico e della dichiarata disponibilità di Franco Stella, Presidente della Provincia.
I Sassi "salvati" hanno portato sviluppo economico e sociale alla nostra città, attraverso flussi turistici inimmaginabili, proprio perché nel turismo culturale è la qualità dell'offerta a creare la domanda. Il completamento del recupero dell'antica città va quindi perseguito con tenacia e con opportune risorse finanziarie che ridiano forza agli strumenti legislativi che presero avvio con la legge De Gasperi-Colombo.
L'esperienza dei Sassi può essere utile, tanto per fare un esempio concreto, a "salvare" dal degrado e dalla trasformazione incontrollata un altro grande bene culturale che la città possiede e nei confronti del quale non si può rimanere inerti. Mi riferisco ai quartieri costruiti per accogliere gli abitanti dei Sassi. Quartieri progettati da illustri architetti che hanno lasciato una testimonianza fondamentale nella storia dell'urbanistica nazionale.
Quei quartieri, se salvaguardati attraverso una mirata azione culturale, porterebbero non solo a scongiurare ulteriori assalti del cemento, ma anche a portare nuovo sviluppo e nuova ricchezza alla nostra comunità, realizzando così ancora una volta il benefico binomio tra cultura e turismo."
Presentazione Libro di Antonio Giampietro
Martedì 6 ottobre 2009, alle ore 18.00, presso il Cine Teatro Duni di Matera avrà luogo la presentazione del libro di Antonio Giampietro:
“Dall’Italia Unita all’Europa Unita nel pensiero storico-pedagogico italiano” (attraverso i libri della Scuola Elementare, nell’arco di due secoli)
Le Grandi Mostre nei Sassi: nel 2011 l’antologica di Francesco Somaini
La scultura italiana protagonista della venticinquesima edizione de Le Grandi Mostre nei Sassi, da sabato 18 giugno al 9 ottobre 2011.
Sarà dedicata a Francesco Somaini (1926 – 2005) la tradizionale mostra estiva che il Circolo culturale La Scaletta promuove e organizza, in collaborazione con il Comune di Matera, sin dal 1987. Tanto che 2011 sarà l’anno in cui si celebreranno le nozze d’argento fra l’arte contemporanea e La Scaletta, essendo questa la venticinquesima edizione delle “Grandi Mostre nei Sassi”.
Curatori dell’antologica 2011 sono gli storici dell’arte Giuseppe Appella e Luisa Somaini. L’inaugurazione è prevista per sabato 18 giugno, data di chiusura domenica 9 ottobre 2011. Comprenderà 135 opere (75 sculture, 40 disegni e una ventina di medaglie e piccole tracce), datate tra il 1943 e il 2005, provenienti dall’Archivio Somaini, da musei italiani e da prestigiose collezioni private. Il percorso espositivo sarà suddiviso tra le Chiese Rupestri Madonna della Virtù - S. Nicola dei Greci (grandi sculture) e il Museo della Scultura Contemporanea, “Musma”, che ospiterà le piccole sculture, i disegni e le medaglie. Sempre al Musma, nella Biblioteca Scheiwiller, sarà allestita la mostra bio-bibliografica di immagini, documenti e video che permetterà di rileggere a tutto tondo la vita dello scultore comasco.
Dopo la fortunata esperienza dell’antologica di Azuma, anche nel 2011 sarà confermata la collaborazione con la Soprintendenza di Matera: alcune sculture verranno ospitate a Palazzo Lanfranchi.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato dalle Edizioni della Cometa di Roma, con i testi dei curatori e di alcuni giovani storici dell’arte. Come è tradizione, un lungo capitolo dedicato a “Vita, opere e fortuna critica” darà conto del percorso espressivo di Somaini. L’allestimento, ancora una volta, è affidato all’architetto Alberto Zanmatti, che già nel 1962 a Spoleto si è occupato di esporre le opere di Somaini all’interno della grande mostra “Sculture nella Città”.
La gestione dell’esposizione, come di consueto, è affidata all’ “Associazione Grandi Mostre nei Sassi”.
FRANCESCO SOMAINI
Biografia e note critiche
Francesco Somaini nasce a Lomazzo (Como) nel 1926. Comincia a seguire studi artistici regolari a undici anni. In seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, seguendo le lezioni di Manzù, mentre studia all’università, conseguendo la laurea in giurisprudenza. Nel 1944 inizia una serie di viaggi all’estero che lo mettono a contatto con l’arte internazionale.
Esordisce nel 1948 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma con la Rassegna di Arti Figurative, promossa dalla Quadriennale. Si volge all’astrattismo nel 1948 e raggiunge autonomia di linguaggio verso la metà degli anni Cinquanta, al tempo della sua adesione al Gruppo MAC Espace, con opere realizzate in conglomerato ferrico e in metalli diversi. Si impone all’attenzione della critica nel 1956 con la partecipazione alla XXVIII Biennale di Venezia. Nel 1959 la sua sala alla V Biennale di San Paolo del Brasile riceve il primo premio internazionale per la scultura. Nel 1960 tiene la prima personale a New York e nello stesso anno espone con una sala personale alla XXX Biennale di Venezia, presentato da Giulio Carlo Argan (in questa stessa Biennale la scultura assumeva un ruolo predominante con le personali di Brancusi, Minguzzi, Fabbri, Lardera, Mirko, Ghermandi, Consagra, Perez, Leoncillo, Hoflehner, Couturier, Cimiotti, Yamaguchi, Paolozzi, Dzamonia). È il tempo dei Martirii e dei Feriti, presentati nelle varie personali allestite alla Galleria Notizie di Torino, alla Galleria Blu di Milano, alla galleria Odyssia di Roma e New York, e nelle grandi mostre internazionali di scultura. Nel 1961 è invitato alla II Biennale de Paris dove riceve il primo premio della critica d’arte francese, attenta alla sperimentazione dei materiali che Somaini affronta fondendo le sue opere anche nel ferro e nel piombo, poi aggrediti con la fiamma ossidrica e politi nelle parti concave per accentuarne l’espressività. Nel 1962 partecipa alla mostra “Sculture nella Città” di Spoleto.
Conclusasi la stagione informale, Somaini carica le sue sculture di valenze simboliche, dove forme organiche sono poste in continuo rapporto dialettico con volumi geometrici di impianto architettonico, che raggiungono livelli di alta visionarietà con il ciclo delle Carnificazioni di un’architettura (1974-1976). Nella convinzione che la scultura debba svolgere un ruolo di riqualificazione del tessuto architettonico urbano – maturata durante le esperienze informali compiute a grande scala, tra il 1958 e il 1972, in Italia e negli Stati Uniti – lo scultore formalizza le proprie idee a livello teorico e utopico in una serie di studi progettuali (Crispolti, Somaini, Urgenza nella città, Mazzotta, Milano 1972). Parallelamente alla riflessione sul rapporto tra scultura, architettura e contesto ambientale, Somaini sperimenta una tecnica personale di intaglio diretto praticato mediante l’uso del getto di sabbia a forte pressione, che diviene a partire dal 1965 componente fondamentale del suo linguaggio plastico. Nel 1975 l’analisi concettuale delle procedure laboratoriali inerenti alla scultura, conduce l’artista all’ideazione di una “traccia” a bassorilievo, ottenuta mediante il rotolamento di una “matrice” scolpita che, lasciando un’impronta in divenire, sviluppa e rivela un’immagine criptica ad essa affidata in negativo. Matrici e tracce introducono l’elemento dinamico, l’azione, l’idea di un percorso, di un intervento che coinvolge architettura e contesto urbano. Queste nuove opere vengono presentate nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1978, in antologiche e personali in Italia e all’Estero.
A partire dalla metà degli anni Ottanta, Somaini si volge nuovamente all’esecuzione di opere a grande dimensione, realizzando monumenti in Italia e in Giappone, dove la dialettica dell’impronta porta alla trattazione di forme in positivo/negativo.
L’artista procede all’intaglio diretto del marmo con il getto di sabbia ad aria compressa a partire dal 1975, attività che prosegue in opere successive di grande impegno, caratterizzate da una organicità prepotentemente vitalistica, come Porta d'Europa del 1992-95 installata in prossimità dello svincolo dell’autostrada a Como. Negli ultimi anni della sua vita lo scultore affianca sempre più l’attività disegnativa a quella plastica. Nel 1999 pone mano a un corpus di opere su carta, riprendendo in chiave fantastica i miti e le leggende sviluppatisi attorno all’Etna. Muore a Como il 19 novembre 2005.
La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma gli dedica la prima retrospettiva postuma, Il periodo informale 1957-1964 (2007). Le sue opere sono nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo.