Gabriella

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Il vicepresidente dell’Università di Scienze gastronomiche (Unisg) di Pollenzo (Cn), Silvio Barbero, ha incontrato nei giorni scorsi a Matera i rappresentanti del Circolo La Scaletta, della Fondazione Zètema, di Casa Ortega, di Slow Food Basilicata e della condotta Slow Food di Matera. Tema del confronto, il progetto di valorizzazione della cultura mediterranea, del cibo e dei prodotti locali.

L’incontro, a cui erano presenti, oltre ai responsabili delle associazioni promotrici del progetto, anche la dirigente scolastica dell’Istituto tecnico alberghiero “Briganti”, Carmela Gallipoli, e numerosi operatori del settore interessati all’iniziativa, si è svolto nella sede del Circolo La Scaletta.

Barbero ha raccontato l’esperienza che ha condotto alla creazione della prestigiosa Università di Pollenzo e ha fornito spunti di riflessione per l’istituzione di una struttura che possa essere in grado di rappresentare un elemento di reale crescita culturale e produttiva per il territorio lucano.

L’idea è quella di dar vita ad un presidio formativo di qualità che rappresenti un punto di riferimento per la Basilicata e per l’intero Mezzogiorno sulla base del Protocollo d’intesa siglato nelle scorse settimane da La Scaletta, Zètema, Casa Ortega, Slow Food Basilicata e Condotta Slow Food Matera.

Barbero ha assicurato la sua disponibilità a collaborare con i promotori dell’iniziativa per accompagnare la riuscita del progetto che nei prossimi giorni sarà articolato nei dettagli.

Grande soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa dai presidenti Raffaello de Ruggieri (Zétema), Paolo Emilio Stasi (La Scaletta), Franco Vizziello (Casa Ortega), Paride Leone (Slow Food Basilicata) ed Emanuele Frascella (Condotta Slow Food Matera) che hanno ribadito la volontà di proseguire nella direzione indicata per far nascere in Basilicata un presidio culturale e formativo per valorizzare le tipicità lucane ed esaltarne le qualità.

Le Radici, l’identità e la storia, la Valle del Sauro crocevia di identità italica e di impegno unitario: è il tema della giornata di studi che si terrà martedì 8 novembre 2022, organizzata dal Circolo La Scaletta, con la collaborazione dell’Università della Basilicata, della Deputazione di storia patria e dei Comuni di Guardia Perticara e Corleto Perticara, con il contributo della JV Tempa Rossa (costituita da TotalEnergies EP Italia, Shell E&P Italia e Mitsui E&P Italia B) e con il patrocinio della Regione Basilicata e della Provincia di Potenza.

L’iniziativa si articolerà in due momenti di approfondimento scientifico su specifiche tematiche.

Alle ore 10 nella sala comunale di Guardia Perticara si svolgerà il convegno dal titolo: “Le radici di un’identità multiforme. Il paesaggio archeologico tra antichità e medioevo”.

Nel pomeriggio alle ore 16, in Piazzetta del Risorgimento Lucano a Corleto Perticara, si dibatterà sul tema: “Corleto Perticara e il suo territorio nella Basilicata del Risorgimento italiano”.

Ci sono personaggi e avvenimenti della storia - spiega il presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi - che hanno avuto come punto di origine la Lucania. Fatti e persone dimenticati che sarebbe opportuno invece ricordare per riportare alla luce la centralità di un territorio che è stato epicentro di un protagonismo che ha indirizzato gli eventi della storia italiana. Ed è quello che abbiamo voluto fare organizzando questa iniziativa.

E’ il caso di Italo, principe degli Enotri, popolo insediato nell’antica Lucania. A lui si deve il nome Italia.

In pochi ricordano, poi, che Corleto Perticara fu la prima città peninsulare italiana che il 16 agosto 1860 proclamò ufficialmente l’Unità d’Italia in una manifestazione popolare e religiosa tenuta in Piazza Del Fosso, poi ridenominata Piazza del Plebiscito. Da Corleto Perticara partì una milizia formata da quasi 800 uomini al comando del Colonnello Boldoni che occupò la città di Potenza il 18 agosto successivo e dove fu proclamato il nuovo governo voluto da Giuseppe Garibaldi. Abbiamo voluto tracciare un filo di collegamento tra questi fatti e queste persone per  provare ad articolare un percorso di valorizzazione scientifico-culturale del territorio lucano e lo abbiamo fatto con gli studiosi e i ricercatori dell’Unibas e della Deputazione di Storia Patria”.

“Il territorio dell’alta valle del Sauro, affluente dell’Agri - sottolinea Francesca Sogliani, docente di archeologia cristiana e medievale dell’Unibas - ha permesso, già dal VI millennio a.C., l’instaurarsi di forme abitative più o meno stabili, diversificate nel tempo.

A partire dall’età del Bronzo e seguendo la linea del tempo, le fonti di natura storica e archeologica ci aiutano a delineare l’evoluzione di uno dei più importanti popoli italici del meridione: gli Enotri, genti dislocate in un’areale compreso tra Poseidonia sul Tirreno e Metaponto sullo Jonio, la cui provenienza originaria era però ubicata nel Peloponneso. Tra i ritrovamenti archeologici avvenuti nel comprensorio, di grande rilievo è certamente la scoperta della necropoli enotria di Guardia Perticara.  La ricca documentazione archeologica da Corleto Perticara, Guardia Perticara ad Aliano ha consentito di delineare lo sviluppo di queste comunità tra IX e V secolo a.C. e fino al loro processo di ellenizzazione.  In età lucana e nel periodo della romanizzazione della regione, grazie ai dati della ricerca archeologica e delle attività di tutela della Soprintendenza, altrettanto cospicui sono i dati relativi alla configurazione dei territori che ricadono negli attuali Comuni di Guardia Perticara e Corleto Perticara. Il racconto insediativo di questo vasto comprensorio, caratterizzato da valli fluviali e da alture boschive, continua nei secoli compresi tra la tarda antichità e il Medioevo, quindi tra il VI e il XIV secolo d.C.”.

“Le rilevanti risultanze scientifiche di ormai oltre un trentennio di accurati percorsi di ricerca sull’Italia del Risorgimento - evidenzia Antonio Lerra, presidente della Deputazione di storia patria della Basilicata -  vanno sempre più robustamente evidenziando il fondamentale ruolo svolto dal patriottismo meridionale, nell’articolazione delle sue espressioni, in progetti e azioni di cultura politica sul campo, nel corso del lungo ed articolato cammino verso l’Unità d’Italia.

Fondamentale, in tale contesto, risulta essere stato l’apporto delle reti patriottiche basilicatesi dallo snodo del 1799 rivoluzionario e repubblicano alla rivoluzione costituzionale del 1820-21, alla “primavera dei popoli” del 1848-49, alla insurrezione” dell’agosto 1860, che ebbe in Corleto Perticara ed il suo territorio un iniziale baricentro propulsivo ed organizzativo, in attivo raccordo tra il Comitato patriottico operante a Napoli e il Comitato Insurrezionale costituito a Corleto il 21 giugno del 1860. Di particolare rilievo il ruolo svolto (nel corso di tale snodo) da Carmine Senise, Giacinto Albini, Nicola Mignogna, Camillo Boldoni e dall’allora giovane studente universitario Pietro Lacava. I contributi che arriveranno dalla giornata di studio saranno raccolti in una specifica pubblicazione”.

Le Radici, l’identità e la storia, la Valle del Sauro crocevia di identità italica e di impegno unitario: è il tema della giornata di studi che si terrà martedì 8 novembre 2022, organizzata dal Circolo La Scaletta, con la collaborazione dell’Università della Basilicata, della Deputazione di storia patria e dei Comuni di Guardia Perticara e Corleto Perticara, con il contributo della JV Tempa Rossa (costituita da TotalEnergies EP Italia, Shell E&P Italia e Mitsui E&P Italia B) e con il patrocinio della Regione Basilicata e della Provincia di Potenza.

L’iniziativa si articolerà in due momenti di approfondimento scientifico su specifiche tematiche.

Alle ore 10 nella sala comunale di Guardia Perticara si svolgerà il convegno dal titolo: “Le radici di un’identità multiforme. Il paesaggio archeologico tra antichità e medioevo”.

Nel pomeriggio alle ore 16, in Piazzetta del Risorgimento Lucano a Corleto Perticara, si dibatterà sul tema: “Corleto Perticara e il suo territorio nella Basilicata del Risorgimento italiano”.

Ci sono personaggi e avvenimenti della storia - spiega il presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi - che hanno avuto come punto di origine la Lucania. Fatti e persone dimenticati che sarebbe opportuno invece ricordare per riportare alla luce la centralità di un territorio che è stato epicentro di un protagonismo che ha indirizzato gli eventi della storia italiana. Ed è quello che abbiamo voluto fare organizzando questa iniziativa.

E’ il caso di Italo, principe degli Enotri, popolo insediato nell’antica Lucania. A lui si deve il nome Italia.

In pochi ricordano, poi, che Corleto Perticara fu la prima città peninsulare italiana che il 16 agosto 1860 proclamò ufficialmente l’Unità d’Italia in una manifestazione popolare e religiosa tenuta in Piazza Del Fosso, poi ridenominata Piazza del Plebiscito. Da Corleto Perticara partì una milizia formata da quasi 800 uomini al comando del Colonnello Boldoni che occupò la città di Potenza il 18 agosto successivo e dove fu proclamato il nuovo governo voluto da Giuseppe Garibaldi. Abbiamo voluto tracciare un filo di collegamento tra questi fatti e queste persone per  provare ad articolare un percorso di valorizzazione scientifico-culturale del territorio lucano e lo abbiamo fatto con gli studiosi e i ricercatori dell’Unibas e della Deputazione di Storia Patria”.

“Il territorio dell’alta valle del Sauro, affluente dell’Agri - sottolinea Francesca Sogliani, docente di archeologia cristiana e medievale dell’Unibas - ha permesso, già dal VI millennio a.C., l’instaurarsi di forme abitative più o meno stabili, diversificate nel tempo.

A partire dall’età del Bronzo e seguendo la linea del tempo, le fonti di natura storica e archeologica ci aiutano a delineare l’evoluzione di uno dei più importanti popoli italici del meridione: gli Enotri, genti dislocate in un’areale compreso tra Poseidonia sul Tirreno e Metaponto sullo Jonio, la cui provenienza originaria era però ubicata nel Peloponneso. Tra i ritrovamenti archeologici avvenuti nel comprensorio, di grande rilievo è certamente la scoperta della necropoli enotria di Guardia Perticara.  La ricca documentazione archeologica da Corleto Perticara, Guardia Perticara ad Aliano ha consentito di delineare lo sviluppo di queste comunità tra IX e V secolo a.C. e fino al loro processo di ellenizzazione.  In età lucana e nel periodo della romanizzazione della regione, grazie ai dati della ricerca archeologica e delle attività di tutela della Soprintendenza, altrettanto cospicui sono i dati relativi alla configurazione dei territori che ricadono negli attuali Comuni di Guardia Perticara e Corleto Perticara. Il racconto insediativo di questo vasto comprensorio, caratterizzato da valli fluviali e da alture boschive, continua nei secoli compresi tra la tarda antichità e il Medioevo, quindi tra il VI e il XIV secolo d.C.”.

“Le rilevanti risultanze scientifiche di ormai oltre un trentennio di accurati percorsi di ricerca sull’Italia del Risorgimento - evidenzia Antonio Lerra, presidente della Deputazione di storia patria della Basilicata -  vanno sempre più robustamente evidenziando il fondamentale ruolo svolto dal patriottismo meridionale, nell’articolazione delle sue espressioni, in progetti e azioni di cultura politica sul campo, nel corso del lungo ed articolato cammino verso l’Unità d’Italia.

Fondamentale, in tale contesto, risulta essere stato l’apporto delle reti patriottiche basilicatesi dallo snodo del 1799 rivoluzionario e repubblicano alla rivoluzione costituzionale del 1820-21, alla “primavera dei popoli” del 1848-49, alla insurrezione” dell’agosto 1860, che ebbe in Corleto Perticara ed il suo territorio un iniziale baricentro propulsivo ed organizzativo, in attivo raccordo tra il Comitato patriottico operante a Napoli e il Comitato Insurrezionale costituito a Corleto il 21 giugno del 1860. Di particolare rilievo il ruolo svolto (nel corso di tale snodo) da Carmine Senise, Giacinto Albini, Nicola Mignogna, Camillo Boldoni e dall’allora giovane studente universitario Pietro Lacava. I contributi che arriveranno dalla giornata di studio saranno raccolti in una specifica pubblicazione”.

Quale Futuro per l'Unione europea?

Un ruolo da protagonista in un mondo interdipendente e complesso

Venerdì 4 novembre ore 16.30-19.30

Sala conferenza Camera di Commercio

Sabato 5 novembre ore 9.30-12.30

Aula Magna IIS Giambattista Pentasuglia

Che futuro aspetta l'Europa? Quale sarà il suo ruolo negli scenari geopolitici internazionali che si stanno delineando? Quali risorse politiche (leadership, famiglie politiche, classi dirigenti) saranno in grado di accompagnarne l'evoluzione? Quali assetti istituzionali potrebbero favorirne una maggiore consapevolezza politica e unità di intenti, oltre che una maggiore capacità di influenza nello scenario internazionale?

Sono i temi principali al centro del seminario di Democrazia e Futuro, il progetto di educazione alla politica del Circolo La Scaletta, che vedrà protagonista Sergio Fabbrinidocente di politica e relazioni internazionali e preside della School of Government dell'Università Luiss Guido Carli, editorialista de Il Sole 24Ore e consulente della Commissione europea,

Il seminario si terrà venerdì 4 novembre a partire dalle ore 16.30 nella sala conferenze della Camera di Commercio di Matera e proseguirà sabato 5 novembre dalle 9.30 alle 12.30 nell'aula magna dell'Istituto di Istruzione Superiore Gianbattista Pentasuglia di Matera.

Porterà il suo contributo al dibattito anche il professor Aldo CorcellaDirettore del Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo dell'Università di Basilicata. 

Sono passati quattordici anni dalla crisi finanziaria del 2008 e nel corso di questo lungo periodo l'Unione Europea ha dovuto affrontare l'emergenza rifugiati, la crisi del debito greco, gli attacchi del terrorismo fondamentalista islamico nel cuore delle sue città, la Brexit, la pandemia, la guerra fra Russia e Ucraina e la crisi energetica ad essa legata. Sfide epocali e senza precedenti, che l'Unione ha fronteggiato con un assetto istituzionale molto complicato (basti pensare ai rapporti fra Consiglio, Commissione e Parlamento), che peraltro non sempre si è mostrato all'altezza della situazione.

All'Europa si continua a rimproverare di non essere ancora riuscita a costruire una sufficiente unità politica, di continuare a dividersi in base ai contrastanti interessi degli Stati membri e quindi di cadere irrimediabilmente vittima di veti e ricatti ogni qual volta cerchi di definire un orizzonte strategico comune. Lo si è verificato all'epoca della crisi finanziaria del 2008, così come durante la pandemia e oggi con la crisi energetica conseguente al conflitto russo-ucraino.

Tuttavia in anni recenti l'Unione Europea è stata anche capace di importanti passi in avanti sulla strada di una più forte integrazione, come dimostra il Programma Next Generation EU e il sostegno fornito all'Ucraina, dall'accoglienza di chi stava fuggendo dalla guerra all'invio di armi per contrastare l'avanzata dell'esercito russo. Ma proprio il moltiplicarsi di queste sfide impone di riflettere sul futuro dell'Europa e del suo assetto politico-istituzionale secondo una logica diversa da quella dell'emergenza.

"Il percorso di Democrazia e Futuro, il progetto di educazione alla politica del Circolo La Scaletta  - spiega il presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi - prosegue con un interessantissimo seminario del professor Sergio Fabbrini sui temi legati al futuro dell'Unione europea. E' convinzione diffusa che l'Unione Europea si trovi ormai di fronte a un passaggio cruciale per il proprio futuro: o si consolida attraverso un più accentuato processo di integrazione, o rischia di avviarsi verso un lento ma inevitabile declino. Ancora una volta sento di dover ringraziare i soci Brunella Carriero e Nicola Savino che coordinano il progetto del Circolo La Scaletta, ed il direttore scientifico di Democrazia e Futuro, Luciano Fasano, docente di Scienza Politica all'Università Statale di Milano per la qualità degli interventi che contribuiscono ad orientarci nella complessa realtà politica attuale e nel contempo rappresentano un forte strumento di formazione per i numerosi studenti che ci seguono direttamente o da remoto".

Il seminario potrà essere seguito in diretta streaming sulla pagina Facebook di Democrazia e futuro (https://www.facebook.com/Democrazia-e-Futuro-103504675322031).

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Sergio Fabbrini è professore ordinario di Scienza Politica e Relazioni Internazionali e Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche presso la LUISS Guido Carli, dove ha fondato e diretto la School of Government dal 2010 al 2018. È stato Direttore della School of International Studies dell'Università degli Studi Trento dal 2006 al 2009. E' stato Direttore della "Rivista Italiana di Scienza Politica" dal 2004 al 2009, il primo direttore dopo Giovanni Sartori che l'ha fondata nel 1971. E' Recurrent Visiting Professor di Comparative and International Politics presso la University of California di Berkeley (USA). Tra gli altri, è stato Jemolo Fellow presso il Nuffield College di Oxford e Jean Monnet Chair Professor presso il Robert Schuman Center for Advanced Studies, European University Institute, Fiesole, Firenze. Ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti, della Cina, del Giappone, dell'America Latina e dell'Europa. E' stato Fulbright Professor presso la Harvard University (USA). Ha diretto la collana editoriale su "Le istituzioni delle democrazie contemporanee" per l'Editore Laterza. Ha vinto diversi premi scientifici internazionali e nazionali. Ha pubblicato sedici volumi, è co-autore di un altro volume ed ha curato altri quindici volumi, oltre a quasi trecento saggi scientifici in sette lingue, nei campi della politica comparata ed europea, della politica americana, della politica italiana, della teoria politica e della political economy. E' editorialista del quotidiano Il Sole 24 Ore. Per i suoi editoriali, ha ricevuto il Premio 2017 Altieri Spinelli che gli è stato consegnato a Ventotene.

Cosa sta accadendo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina? Quali misure sta prendendo l'Unione Europea e quali il nostro Paese per incrementare l’autonomia energetica? Quale ruolo possono avere per la Basilicata e per il Mezzogiorno le energie rinnovabili e la transizione ecologica?

Sono le domande a cui proverà a rispondere il seminario di Democrazia e Futuro, il progetto di educazione alla politica del Circolo La Scaletta di Matera che si terrà venerdì 14 ottobre con inizio alle ore 16.30 nella sala conferenze della Camera di Commercio di Matera e sabato 15 ottobre alle ore 9.30 presso laula magna dellI.I.S. G. B. Pentasuglia

 

Ad orientare il percorso di riflessione su un argomento di grande attualità che si svilupperà partendo dal tema della transizione ecologica e degli investimenti ad essa collegati nell'ambito del PNRR, sarà la professoressa Valeria Termini, prof ordinario di Economia Politica all'Università di Roma Tre, consigliera scientifica delle Nazioni Unite per energia e clima (High Level Energy Dialogue 2021 - COP 26, WG5). E' stata Commissario dell'Autorità per l'Energia e l'Ambiente in Italia (ARERA, 2011-2018) e Vice-Presidente dell'European Council of Energy Regulators (CEER).

“Ambiente, energia e fonti rinnovabili: il futuro dell’Italia e del Mezzogiorno nel segno della transizione ecologica” il tema del dibattito a cui prenderà parte anche la professoressa Donatella Caniani ordinaria di Ingegneria Sanitaria - Ambientale allUniversità della Basilicata con un intervento sulla “Gestione dei rifiuti, economia circolare e transizione ecologica”.

 

“La guerra in Ucraina - sottolinea Termini - ha reso l'Europa e l'Italia consapevoli di quanto sia strategico il tema dell'energia. Da sempre attenta alla tutela dell'ambiente, l'Europa non si era ancora interrogata sulla propria dipendenza energetica da fonti extra europee. E anche l'Italia non si era mai posta il problema, continuando ad alimentare la propria dipendenza energetica dall'estero, in particolare dal mercato russo, anche in ragione di una convenienza economica che contribuiva a renderla vantaggiosa. Oggi non è più cosi e la transizione ecologica, già obiettivo fondamentale al centro del programma Next Generation EU, deve necessariamente coniugarsi alla ricerca di una maggiore autonomia energetica, nel quadro peraltro di un PNRR che, per quel che riguarda il nostro Paese, sta già scontando significativi ritardi”.

“Democrazia e Futuro - spiega il presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi - è un progetto di educazione alla politica organizzato dal Circolo La Scaletta coordinato dai soci Brunella Carriero e Nicola Savino, con la direzione scientifica da Luciano Fasano, docente di Scienza Politica all'Università di Milano. Il seminario di venerdì e sabato prossimi con la professoressa Termini ci consentirà di conoscere più nel dettaglio il percorso che l’Europa e il nostro Paese stanno compiendo verso la transizione ecologica e soprattutto quali sono le opportunità che il Mezzogiorno dovrà cogliere per diventare parte determinante del futuro processo di sviluppo del Paese”.

Hanno assicurato la loro presenza al seminario tra gli altri l’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico, il Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, ed il Sindaco di Matera, Domenico Bennardi.

Il seminario potrà essere seguito in diretta streaming sulla pagina Facebook di Democrazia e futuro (https://www.facebook.com/Democrazia-e-Futuro-103504675322031).

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Valeria Termini, professoressa ordinaria di Economia politica all’Università di Roma Tre, attualmente insegna Economia e Regolazione dei Mercati dell’Energia all’Università Roma Tre. E’ stata Commissario dell’Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) dal 2011 al 2018, componente del Board di Acer e Vicepresidente del Council of European Energy Regulators (CEER). Ha fatto parte come economista del Comitato di esperti delle Nazioni Unite per le Pubbliche Amministrazioni e l’attuazione dei Millennium Development Goals (CEPA 2010-14) e di Commissioni di esperti del Governo italiano e della UE in materia di regolazione, energia e cambiamenti climatici. Eletta all’unanimità presidente dell’International Association of Schools and Institutes of Administration nel 2010, è stata insignita dell’International Public Administration Award (2011). Ha guidato la delegazione italiana per Energia e cambiamento climatico in sede G8, Ocse e Nazioni Unite (2007-8). E’ autrice di monografie e pubblicazioni scientifiche nei campi di economia e politica energetica, cambiamento climatico, innovazione e instabilità dei mercati finanziari, servizi pubblici e istituzioni europee. Ha studiato in Bocconi e a Cambridge (UK).

"Abbiamo preso atto della disponibilità di alcuni candidati al confronto con il nostro Circolo e della sensibilità sui temi che abbiamo posto all'attenzione dei futuri rappresentanti lucani nel Parlamento. Abbiamo altresì registrato la scarsa attenzione di altri per le tematiche che riguardano il Sud e la Basilicata. Ne faremo tesoro e saremo, come sempre, elemento di stimolo per i nostri eletti per fare in modo che la legislatura che si sta aprendo sia attenta in primo luogo a colmare il divario Nord-Sud, a frenare lo spopolamento delle aree interne e a rilanciare lo sviluppo dei nostri territori attraverso investimenti in infrastrutture strategiche, nella sanità, nella tutela dell'ambiente e nella reindustrializzazione legata alla transizione ecologica".

E' quanto sostiene il presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi, che nei giorni scorsi aveva chiesto ai candidati al Parlamento nei collegi lucani, di esprimersi su alcune questioni ritenute di rilevanza fondamentale.

Autonomia regionale differenziata, Sanità, infrastrutture, deposito di scorie nucleari, rilancio della Valbasento, dialogo e dialettica con il territorio e con gli enti locali: sono gli argomenti alla base di un questionario a cui il Circolo ha chiesto di rispondere.

"L'obiettivo principale della nostra iniziativa - sottolinea Stasi - era quello di focalizzare l'attenzione della campagna elettorale su una serie di questioni aperte da decenni su cui la Basilicata e il Mezzogiorno attendono risposte. Il Circolo continuerà a tenere aperta una linea di dialogo e di confronto con tutti per contribuire a sensibilizzare i nostri futuri rappresentanti ad un impegno costante e proficuo per le nostre comunità. Da alcune forze politiche ci saremmo aspettati una maggiore attenzione per i temi proposti, pur comprendendo le dinamiche di una campagna elettorale che si è svolta con tempi ristretti. In ogni caso, La Scaletta continuerà a sollecitare interventi e ad indicare soluzioni per risolvere i problemi della nostra regione e del Sud, valutando nel contempo la coerenza delle azioni messe in campo, rispetto alle dichiarazioni d'intenti che sono state fornite in campagna elettorale dai candidati".

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